Parla l'ambasciatore russo Sergey Razov: “Kiev non vuole negoziare e Italia e Ue non vogliono il nostro gas”
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Parla l'ambasciatore russo Sergey Razov: “Kiev non vuole negoziare e Italia e Ue non vogliono il nostro gas”

Afferma che la Russia "è a favore di un cessate il fuoco e di sedersi a un tavolo negoziale". Affondo contro la "propaganda russofoba"

Parla l'ambasciatore russo Sergey Razov: “Kiev non vuole negoziare e Italia e Ue non vogliono il nostro gas”
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7 Ottobre 2022 - 14.24


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Parla l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov, intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta. Nel corso della puntata, Razov sostiene che Vladimir Putin ha già detto che la Russia “è a favore di un cessate il fuoco e di sedersi a un tavolo negoziale. Ma qualche giorno dopo Zelensky ha emanato un decreto che dice che l’Ucraina non condurrà negoziati con Putin. Evidentemente dobbiamo aspettare un cambio di vedute da parte del presidente ucraino o il cambio del presidente”. “Avete provato a farlo sparandogli” ha ribattuto Vespa.

Razov ha risposto anche della questione del gas russo: “Non so quale sia il problema col gas russo. Per 50 anni abbiamo fornito gas all’Europa e all’Italia senza problemi. Eravamo pronti a continuare a fornirlo ma l’Italia e gli alleati hanno deciso di liberarsi dalla dipendenza energetica russa. Non è stata una nostra scelta”. A proposito dei danni al Nord Stream, Razov ha definito “la speculazione sul sabotaggio di un proprio gasdotto” da parte della Russia come il frutto della “propaganda russofoba”. Ma “le garantisco che non abbiamo degli idioti”, ha aggiunto.

Fake news la narrazione dei giornali italiani sulla guerra; “Ogni giorno, per lavoro, sfoglio i principali giornali italiani e le fake news sono la cosa più leggera che si possa dire di quello che spesso viene pubblicato”. Razov critica in generale quello che scrivono i “mass media occidentali” sulla guerra in Ucraina. “A volte vengono pubblicate cose che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o sotto stato di narcosi”. “Non vi è alcuna minaccia e alcun ricatto nucleare da parte della Russia”, sostiene, “Vladimir Putin il 30 settembre ha detto che difenderemo il nostro territorio con tutte le nostre forze a disposizione. Tutto il resto sono speculazioni dei partner occidentali e dei media”.

Sulle regioni ucraine dove si è svolto il referendum invece specifica che “non c’è stata alcuna annessione, noila chiamiamo adesione”. Razov ha aggiunto che “secondo le carte Onu è sancito il principio della possibilità di autodeterminazione dei popoli, che hanno votato un referendum democratico, ed il 99% si è espresso per l’adesione”. Inoltre, “per 8 anni sono morte migliaia di persone nel Donbass”, ha aggiunto.

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