L'Italia espelle 30 diplomatici russi: tra loro spie di Mosca e manipolatori di 'agenti di influenza"
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L'Italia espelle 30 diplomatici russi: tra loro spie di Mosca e manipolatori di 'agenti di influenza"

La decisione della Farnesina è una mossa politica per bloccare la rete spionistica ma soprattutto le azioni di influenza

L'Italia espelle 30 diplomatici russi: tra loro spie di Mosca e manipolatori di 'agenti di influenza"
Sergej Razov
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5 Aprile 2022 - 11.13


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L’Italia ha deciso di espellere 30 diplomatici russi dichiarati persone non gradite. Una mossa che sta avvedendo in molti paesi Ue e che segnano una volta – in negativo – dei rapporti tra Mosca e Roma.

“La decisione del governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto persone non grate” è stata notificata questa mattina dal segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, all’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergej Razov. Lo ha riferito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in una dichiarazione alla stampa a Berlino. “Questa misura, assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”.

Il retroscena
Una mossa sicuramente politica. Ma anche tecnica perché – al di là del linguaggio diplomatico – il governo italiano ha voluto dare nun taglio netto ad una rete di spionaggio e soprattutto di interferenza politica messa in atto dalla rappresentanza russa in Italia come in altri paese.

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In questo senso vanno lette con attenzione le dichiarazioni della ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock che motivando un’analoga scelta di Berlino aveva detto: “Hanno lavorato ogni giorno qui in Germania contro la nostra libertà, contro la coesione della nostra società. Non lo tollereremo più”.

Tradotto, oltre alle attività spionistiche vere e proprie che tradizionalmente ruotano attraverso le ambasciate tramite diplomatici che in realtà sono 007, a destare allarme e irritazione per una serie ripetuta di “azioni di influenza”.

Di che si tratta? Sostanzialmente è una attività a metà strada tra la propaganda e la disinformazione che si realizza mettendo in giro notizie o accreditando opinioni (di parte) in grado di orientare in una determinata direzione l’opinione pubblica od un gruppo.

In questo caso le azioni di influenza alimentate dagli 007 russi in Italia (ma anche altrove) avevano come scopo quello di trovare sponda tra diversi soggetti che avrebbero dovuto.- consapevolmente o inconsapevolmente – farsi interpreti della versione dei fatti russa. 

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Ovviamente, soprattutto le azioni di influenza, si muovono lungo un confine incerto. Ma a livello di intelligence era nota l’attività informativa per denigrare le misure contro la Russia, alimentare la paura delle sanzioni, della guerra e quant’altro per favorire i disegni di Putin.

Oltre a questo a Roma hanno agito a lungo esponenti del Gru, il servizio militare russo.
Si tratta di attività abbastanza monitorate e tollerate ma evidentemente a livello Ue è stato deciso di dare un forte segnale.

Un segnale, perché a differenza del passato per le azioni di influenza e di propaganda c’è il web e anche perché i russi dispongono in Italia di una rete spionistica fatta di contatti, contractors e quant’altro che nelle settimane passate – ad esempio – ha tentato di monitorare gli aeroporti per capire come e quando partissero gli aiuti militari all’Ucraina.

Insomma l’espulsione dei diplomatici non mette fine né allo spionaggio, né alle azioni di influenza o di propaganda. Ma Roma  – come Berlino e gli altri paesi che seguiranno – ha voluto dire: “Non lo tollereremo più”

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