Iran, 739 fermati durante le proteste per l'uccisione di Mahsa Amini: morti 4 bambini
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Iran, 739 fermati durante le proteste per l'uccisione di Mahsa Amini: morti 4 bambini

Il presidente ultraconservatore iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato che le manifestazioni e i disordini in Iran dovrebbero essere affrontati "con durezza".

Iran, 739 fermati durante le proteste per l'uccisione di Mahsa Amini: morti 4 bambini
Le proteste a Teheran
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24 Settembre 2022 - 17.09


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A Teheran, nel corso delle proteste scaturite dall’uccisione della giovane Mahsa Amini, la polizia iraniana ha arrestato “739 rivoltosi, tra cui 60 donne” nella sola provincia di Guilan. Lo ha riferito sabato l’agenzia di stampa Tasnim citando il generale Azizollah Maleki, capo della polizia della provincia di Guilan, nel nord dell’Iran.

Il presidente ultraconservatore iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato che le manifestazioni e i disordini in Iran dovrebbero essere affrontati “con durezza”.

Citato dall’Irna, Raisi ha definito i manifestanti “rivoltosi che disturbano l’ordine e la sicurezza nel Paese” parlando al telefono con Mohammadrasul Doustbeigi, membro dei Guardiani della Rivoluzione (Pasdaran) e della milizia che difende i luoghi santi sciiti, che combatte in Iraq e in Siria. Proprio oggi Teheran ha dato un suo bilancio officiale degli scontri, parlando di 35 morti dopo una settimana di proteste, mentre quelli non ufficiali collocano quel numero ad almeno 50, oltre a centinaia di feriti e centinaia di arresti.

Amnesty: “Uccisi 4 bambini nelle proteste”

Almeno quattro bambini sono rimasti uccisi nel corso della repressione da parte delle forze della sicurezza iraniane delle proteste a sostegno di Mahsa Amini, la 22enne morta dopo l’arresto per non avere indossato correttamente lo jijab, Lo ha reso noto Amnesty International.

Complessivamente secondo Teheran, sono 35 le persone morte dopo una settimane di proteste, mentre Ong e fonti dell’opposizione parlano già da ieri di almeno 50 morti, con centinaia di feriti e centinaia di arresti, inclusi giornalisti, studenti e attivisti politici.

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