Se Putin trasforma la Russia in uno Stato di Polizia rischia la rivolta: ecco perché
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Se Putin trasforma la Russia in uno Stato di Polizia rischia la rivolta: ecco perché

L’ultimo discorso alla nazione del presidente Vladimir Putin ha acceso i timori del popolo russo, che confidavano nel fatto di non essere coinvolti nella guerra scoppiata sul suolo ucraino

Se Putin trasforma la Russia in uno Stato di Polizia rischia la rivolta: ecco perché
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23 Settembre 2022 - 09.31


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 Il dissenso, duramente represso, si è iniziato a far sentire più forte per le strade di Mosca, e questo potrebbe pesare nello sviluppo del conflitto. Ne parlano su Repubblica Mark Galeotti – professore all’University College London, membro del più prestigioso think tank di Difesa britannico “Rusi” e tra i massimi esperti inglesi di Russia, sulla quale ha scritto oltre venti libri – e su Corriere Ian Bremmer, politologo e scrittore americano, presidente e fondatore del think-tank Eurasia Group, che si focalizza sul rischio politico globale.

“Putin ha rotto un implicito patto con la sua popolazione, e cioè: la mia guerra non toccherà la vostra vita quotidiana. Ora, invece, sono molti i russi coinvolti, direttamente o indirettamente. Non potranno più essere indifferenti”, spiega Galeotti, “Sulle minacce nucleari per ora sta bluffando. Per me, al momento, è estremamente improbabile che la Russia le utilizzi. La Cina non sarebbe affatto contenta”.

Ad ogni modo, se dovesse decidere di ricorrere comunque alla soluzione atomica, la sua scelte avrebbe delle conseguenze anche a lui sfavorevoli, dice Galeotti:

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“L’Occidente risponderebbe con devastanti attacchi, non nucleari, contro obiettivi russi. Per esempio, contro le loro navi da guerra nel Mar Baltico. O bloccando e aggredendo l’exclave di Kaliningrad. Certo, non vedremo le truppe Nato marciare verso Mosca. Ma sarà guerra aperta tra i due blocchi. A quel punto, l’Occidente farà di tutto per un cambio di regime al Cremlino: Putin sarà diventato troppo pericoloso e bisognerà rimuoverlo o eliminarlo, a tutti i costi. Anche le élite russe lo sanno bene”.

Che il dissenso interno possa pesare sul proseguimento della guerra lo dice anche Bremmer:

“Penso che ci sarà un’enorme opposizione ad arruolare 300mila civili. Ci saranno ancora manifestazioni e molte persone proveranno a lasciare il Paese. Il presidente russo potrebbe trasformare la Russia in uno Stato di polizia. Farà incarcerare ancora più cittadini e li terrà dentro. Il punto è che questa pressione domestica minerà la sua capacità di guidare il Paese e quindi di restare al potere. Il dissenso potrebbe diventare rapidamente rivolta aperta. E per il Cremlino potrebbe mettersi male. Ecco perché Putin è pronto ad assumere un controllo dittatoriale sulla popolazione (…). A questo punto il fattore interno peserà anche sulla dinamica della guerra. Cosa che non è avvenuta negli scorsi sei mesi. La mobilitazione dovrà dare risultati tangibili sul campo di battaglia”.

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