Gli Usa: "La nostra politica su Taiwan non è cambiata, ma per la Cina non è più vero"
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Gli Usa: "La nostra politica su Taiwan non è cambiata, ma per la Cina non è più vero"

Il capo del Pentagono Lloyd Austin: "Restiamo impegnati nella nostra politica di lunga data della `Unica Cina´, guidata dal Taiwan Relations Act"

Gli Usa: "La nostra politica su Taiwan non è cambiata, ma per la Cina non è più vero"
Il capo del Pentagono Lloyd Austin
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11 Giugno 2022 - 10.32


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Si combatte in Ucraina ma la sfida delle sfide sta nel Pacifico:  l’approccio americano verso Taiwan non è cambiato a differenza di quanto sta facendo la Cina. «Vorrei essere chiaro: rimaniamo fermamente impegnati nella nostra politica di lunga data della `Unica Cina´, guidata dal Taiwan Relations Act, dai tre comunicati congiunti e dalle Sei assicurazioni», ha affermato il capo del Pentagono Lloyd Austin, parlando allo Shangri-La Dialogue di Singapore: «Ci opponiamo categoricamente a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo da entrambe le parti», ha aggiunto, rimarcando che «la nostra politica non è cambiata. Purtroppo non sembra essere vero» per la Cina.

«Abbiamo assistito a un costante aumento dell’attività militare provocatoria e destabilizzante vicino a Taiwan», ha detto Austin, all’indomani del primo duro e diretto faccia a faccia avuto con la controparte cinese Wei Fenghe che aveva assicurato che la Cina «non esiterà a iniziare una guerra» se Taiwan dichiarerà l’indipendenza o «se qualcuno osa dividerla dalla Cina».

I Paesi dell’Indo-Pacifico non dovrebbero subire intimidazioni politiche, coercizione economica o vessazioni da parte delle milizie marittime e, quindi, il Dipartimento della Difesa americano «manterrà la presenza attiva in tutta la regione», ha affermato Austin, mentre le mosse di Pechino «minacciano la sicurezza, la stabilità e la prosperità nell’Indo-Pacifico, aspetto cruciale per questa regione e per il resto del mondo». L’obiettivo è «una regione libera da aggressioni e bullismo: oggi, l’Indo-Pacifico è il nostro teatro prioritario delle operazioni, è al centro della grande strategia americana. Sono qui – ha proseguito Austin – perché l’ordine internazionale basato su regole conta tanto nell’Indo-Pacifico quanto in Europa», dove l’invasione russa dell’Ucraina «è ciò che accade quando gli oppressori calpestano le regole che ci proteggono tutti».

Le tensioni tra Washington e Pechino sono salite alle stelle su Taiwan, che la Cina vede come suo territorio destinato alla riunificazione anche con l’uso della forza, se necessario. L’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha intensificato la pressione con la sua aviazione vicino all’isola, mentre il presidente Usa Joe Biden ha affermato il mese scorso che Washington avrebbe difeso militarmente Taipei se fosse stata attaccata dalla Cina.

Le grandi potenze «portano grandi responsabilità: faremo la nostra parte per gestire queste tensioni in modo responsabile, prevenire i conflitti e perseguire la pace e la prosperità», ha concluso il segretario alla Difesa Usa: «Non cerchiamo il confronto o il conflitto e non cerchiamo una nuova Guerra Fredda, una Nato asiatica o una regione divisa in blocchi ostili». (

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