Non sembra preoccupata, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha esposto la sua strategia in un’intervista a un ristretto gruppo di agenzie stampa internazionali, tra cui l’AGI.
Si tratta di “un pacchetto solido di sanzioni, senza precedenti, che metterà la massima pressione all’economia russa”, dall’altro un “piano per garantire la fornitura di gas all’Unione europea” che partirebbe se Mosca, per ritorsione, dovesse chiudere i suoi rubinetti.
“In caso di ogni ulteriore aggressione della Russia contro l’Ucraina, la Commissione europea è pronta a rispondere e imporre costi severi e immediati alla Russia, con un pacchetto di sanzioni solido e completo”, spiega la leader dell’esecutivo che ieri ha avuto una telefonata in merito con il premier britannico, Boris Johnson. “Siamo totalmente allineati con i nostri partner di Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada su questo.
E si tratterà di una gamma senza precedenti di sanzioni economiche, finanziarie e di controllo delle esportazioni che creerà un impatto massimo sull’economia russa e sul suo sistema finanziario”, ha assicurato. “Abbiamo lavorato duramente per essere in grado di dare una risposta unificata con i nostri partner in un lasso di tempo di un paio di giorni”, aggiunge rispondendo a chi critica le Istituzioni di Bruxelles di essere troppo farraginose, soprattutto quando si tratta di politica estera.
“Per quanto riguarda la Russia, posso assicurare che non ci sarà alcun attacco questo mercoledì. Né ci sarà un’escalation nella prossima settimana, né nella settimana successiva, né nel prossimo mese”. Lo ha detto l’inviato russo presso l’Ue, Vladimir Chizhov, in dichiarazioni pubblicate da Die Welt in cui ha affermato che “le guerre in Europa raramente iniziano di mercoledì”. “Quando si fanno accuse, in particolare accuse molto gravi contro la Russia, si ha anche la responsabilità di produrre prove – ha aggiunto, con un riferimento all’allerta Usa sull’Ucraina – Al contrario, è calunnia”. Quindi, ha proseguito, “dove sono le prove?”.
E ha aggiunto: “Quando i nostri partner ascolteranno le nostre legittime preoccupazioni non tarderà un processo di distensione.
Sarebbe nell’interesse di tutti gli europei, da Lisbona a Vladivostok e di tutti gli altri Paesi del mondo”.