Se ne andata un’altra delle ultime testimoni degli orrori nazisti proprio mentre in Italia se ne era andato Armando Gasiani, partigiano italiano deportato a Mauthausen.
Esther Bejarano, sopravvissuta al lager di Auschwitz dove faceva parte dell’orchestra delle donne del campo, è morta questa mattina nell’ospedale israelitico di Amburgo all’età di 96 anni.
“Non ha sofferto”, ha dichiarato la sua amica Helga Obens, del Comitato Auschwitz.
Immediati sono arrivati i messaggi di cordoglio per la morte della donna, simbolo della lotta all’estremismo di estrema destra e alla xenofobia. “Una voce determinante nel contrasto al razzismo e all’antisemitismo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas in un tweet. La meravigliosa Ester Bejarano conquistava le persone con la sua vitalità e la sua storia incredibile. Ci mancherà la sua voce”.
La sua storia
Nata il 15 dicembre 1924 a Saarlouis da una famiglia di musicisti di origine ebraica, Esther perse la famiglia nel 1941 in Lituania, dove i genitori furono trucidati dai nazisti. Imprigionata, costretta ai lavori forzati, all’inizio del 1943 venne deportata ad Auschwitz. Il suo talento musicale – suonava la fisarmonica – le salvò la vita perché fu messa a suonare nell’orchestra. Dopo la guerra si trasferì in Israele, per rientrare in Germania con il marito e i figli nel 1960.
Negli anni Ottanta diede vita ad un gruppo musicale e con i figli si esibiva interpretando, tra agli altri, anche brani appartenenti alla tradizione ebraica e canzoni anti-fasciste, assieme al figlio Joram e alla figlia Edna. Recentemente avevano fatto un tour in Germania con la banda rap Microphone Mafia.
