Sono in atto le mediazioni per raggiungere l’accordo sul cessate il fuoco tra Israele e il movimento islamico palestinese di Hamas.
Per giungere a un accordo occorrerà includere uno ”scambio di prigionieri” tra le parti per far sì che la tregua sia ”a lungo termine”.
Lo hanno detto i mediatori egiziani agli esponenti di Hamas, come spiega il giornale Al-Arabi Al-Jadid.
Israele insiste su questo punto anche per avviare la ricostruzione della Striscia di Gaza pesantemente danneggiata negli 11 giorni dell’ultimo conflitto e inviare aiuti umanitari, prosegue il giornale.
I funzionari dell’intelligence egiziana entrati ieri nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Erez incontreranno oggi il numero due del braccio armato di Hamas, Marwan Issa, proprio per negoziare un accordo sullo scambio di prigionieri. La delegazione egiziana è guidata da Ahmed Abdel Khaleq, responsabile degli affari palestinesi per l’intelligence del Cairo.
Hamas, per il momento, insiste sul fatto che la tregua e lo scambio di prigionieri sono due questioni da tenere separate.
Nei prossimi giorni nella Striscia di Gaza è atteso anche il capo dell’intelligence generale egiziana, Abbas Kamel, come riporta il Jerusalem Post.
Kamel dovrebbe anche recarsi a Ramallah, in Cisgiordania, per colloqui con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas e alti funzionari dell’Anp sull’iniziativa dell’Egitto di contribuire alla ricostruzione della Striscia di Gaza, hanno detto le fonti egiziane al sito di notizie Arab News.
Il presidente egiziano Abdel Fattah Sisi ha promesso 500 milioni di dollari per contribuire agli sforzi per la ricostruzione della Striscia di Gaza. Gli egiziani hanno anche invitato al Cairo i leader delle fazioni palestinesi per colloqui relativi al cessate il fuoco e alla ricostruzione dell’enclave.
Secondo il quotidiano libanese al-Akhbar, gli inviati egiziani hanno informato Hamas dell’intenzione di Israele di revocare alcune delle restrizioni recentemente imposte alla Striscia di Gaza e di riaprire tutti i valichi per consentire il passaggio di carburante e gli aiuti finanziari dal Qatar.
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