Il conflitto partito nel 2011 dopo le proteste contro il governo al-Assad ha avuto conseguenze drammatiche per la Siria con una crisi umanitaria evidente.
Negli ultimi 10 anni in Siria si sono registrati “innumerevoli abusi e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti, in particolare da parte del regime siriano, che hanno causato enormi sofferenze umane”, ha denunciato in una nota l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, alla vigilia del decimo anniversario delle proteste antigovernative in Siria poi sfociate in uno dei conflitti più sanguinosi della storia recente.
Secondo Borrell, la “brutale repressione del regime nei confronti del popolo siriano e il suo fallimento nell’affrontare le cause profonde della rivolta si sono tradotte in un conflitto armato” a carattere “internazionale”.
Sottolineando come quella siriana sia “la più grande crisi dei rifugiati al mondo”, con 5,6 milioni di sfollati all’estero e altri 6,2 milioni all’interno della Siria, l’Alto rappresentante Ue ha dichiarato che “non esistono condizioni per un loro ritorno sicuro e in linea con il diritto internazionale”, aggiungendo che “tutti gli attori in Siria devono concentrarsi sulla lotta contro Daesh. Prevenire la rinascita dell’organizzazione terroristica rimane una priorità”.