Continuano nell’intera Russia le proteste per chiedere la liberazione dell’oppositore Aleksej Navalny.
Oggi la polizia russa ha arrestato in oltre 35 città della Russia migliaia di attivisti che partecipavano ai cortei. Le manifestazioni sono cominciate sulla costa orientale, compresa la città di Vladivostok.
Navalny, 44 anni, è stato arrestato il 17 gennaio al suo ritorno dalla Germania, dove era stato ricoverato in seguito a un tentativo di avvelenamento. Fermata e poi rilasciata anche la moglie Yulia.
A Mosca le autorità hanno introdotto misure di sicurezza senza precedenti nel centro della città, chiudendo diverse stazioni della metropolitana vicino al Cremlino, deviando il traffico degli autobus e ordinando la chiusura di ristoranti e negozi.
L’avvertimento del Cremlino – Nelle scorse ore Il ministero dell’Interno russo aveva lanciato un severo avvertimento al pubblico di non partecipare alle proteste, dicendo che i partecipanti potrebbero essere accusati di aver preso parte a disordini di massa, che secondo il codice penale comportano una pena detentiva fino a otto anni. Chi pratica la violenza contro la polizia potrebbe rischiare fino a 15 anni.
Fermata e poi rilasciata la moglie di Navalny La polizia russa ha fermato la moglie di Aleksey Navalny, Yulia Navalnaya, mentre andava assieme a un gruppo di manifestanti verso il carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca, dove è rinchiuso l’oppositore.
In serata la donna è stata rilasciata: secondo Interfax, i funzionari di polizia hanno compilato nei riguardi di Yulia un verbale amministrativo sulla “partecipazione a una protesta non autorizzata che ha implicato disturbi per passanti e trasporti”.