Dopo aver lodato Trump, il fascista indiano Modi si tiene buono Biden: “Gli Usa partner strategici"
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Dopo aver lodato Trump, il fascista indiano Modi si tiene buono Biden: “Gli Usa partner strategici"

L'annuncio del primo ministro su Twitter: "Abbiamo discusso della pandemia, del cambiamento climatico, della cooperazione nella regione Indo-Pacifica". Ma nel paese la situazione non è affatto democratica

Narendra Modi, primo ministro indiano
Narendra Modi, primo ministro indiano
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18 Novembre 2020 - 10.02


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Dopo aver appoggiato l’amministrazione Trump, il premier indiano Modi annuncia il prosieguo della collaborazione con gli Stati Uniti nonostante la proclamazione del candidato democratico Biden.

Narendra Modi ha lasciato ieri sera un messaggio su Twitter: “Ho parlato con Joe Biden per congratularmi con lui. Abbiamo riconfermato il fermo impegno alla partnership strategica tra i nostri due paesi e discusso le comuni priorità, dalla pandemia di Covid-19 al cambiamento climatico, alla cooperazione nella regione Indo-Pacifica”.
Modi si è anche congratulato con la vice di Biden Kamala Harris: “Il suo successo suscita orgoglio ed è fonte di ispirazione per i membri della vivacissima comunità Indo-Americana, che costituiscono la base straordinaria delle relazioni tra i nostri due paesi”.
Gli analisti politici ricordano come Modi avesse elogiato entusiasticamente Trump, che continua a rifiutare di dichiararsi sconfitto, in due incontri-evento, quello del 2019 in Texas e quello dello scorso febbraio in Gujarat.

La situazione nel paese non è però dei migliori: Modi sta infatti imponendo una dittatura religiosa.

Leggi anche:  Il Council on American-Islamic Relations accusa Biden: "A Gaza crimini contro l'umanità mentre gli Usa lasciano fare"

Un editoriale sul quotidiano in lingua inglese The Hindu si interroga su come il governo di Modi potrà continuare ad ignorare le preoccupazioni sulla violazione dei diritti civili e delle libertà, sia nel Kashmir sia a proposito della legge Caa, Citizenship Amendment Act, ripetutamente espresse dai circoli liberali e da molti esponenti del partito democratico, e addirittura oggetto di una mozione alla House of Representatives di Washington da parte della deputata Pramila Jayapal, di origine indiana.

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