Le proteste in Polonia per il diritto all'aborto stanno mettendo il Governo alle strette
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Le proteste in Polonia per il diritto all'aborto stanno mettendo il Governo alle strette

Il PiS (Prawo i Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia), il partito di governo, è in calo in tutti i sondaggi ed è passato in poche settimane dal 40 al 30%.

Proteste Polonia
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5 Novembre 2020 - 14.29


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A forza di tirare la corda si spezza. E il Governo polacco ha fatto male i suoi conti se pensava che la sentenza della Corte Costituzionale sull’aborto, che lo vieta anche in caso di gravi malformazioni del feto, passasse liscia e senza discussioni.
Sono settimane che in polonia si manifesta giorno e notte, e ai movimenti femministi che guidano la rivolta si sono uniti i gruppi Lgbt+ ma anche studenti, agricoltori, tassisti, conducenti di mezzi pubblici, e gran parte dei civili, con rivendicazioni sempre maggiori che esulano ormai dalla semplice protesta contro la sentenza sull’aborto. 
Lo stesso Piotr Mūller, consigliere del Primo Ministro Morawiecki, ha ammesso che “è in corso una discussione e sarebbe bene prendersi un po’ di tempo per il dialogo con l’obiettivo di trovare una nuova posizione in questa situazione, che è difficile e suscita molta emozione”. Gli ha fatto eco Jadwiga Emilewicz, membro di un partito conservatore alleato del PiS: “Nessuno si aspettava queste proteste”. 
Il PiS (Prawo i Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia), il partito di governo, è in calo in tutti i sondaggi ed è passato in poche settimane dal 40 al 30%. Ciononostante Kaczyński, vice primo ministro e a capo del PiS, non sembra intenzionato a fermarsi. anzi, ha praticamente incoraggiato i sostenitori del partito a scontrarsi con i manifestanti: “Questo è l’unico modo in cui possiamo vincere questa guerra”. Ha anche aggiunto che chi manifesta è ‘anti-polacco’. 
Il presidente Duda, nel tentativo di placare gli animi, ha presentato una ‘proposta di modifica’ che ridimensioni le restrizioni della sentenza e consentire l’aborto in caso una diagnosi prenatale dimostri alte probabilità di morte del feto. ma il parlamento, controllato da PiS, sta temporeggiando: ha rimandato la discussione a metà novembre, formalmente per la pandemia (solo ieri Morawiecki ha annunciato misure più strette e, se non dovessero funzionare, il lockdown nazionale), ma l’opposizione sostiene che sia perché PiS ha ‘paura delle proteste’. 
PiS comunque ha già reso noto che non ha intenzione di accettare nessuna restrizione, e a dar loro manforte arrivano le gerarchie cattoliche, che hanno un peso enorme nella vita politica della Polonia. Addirittura Stanisław Gądecki, capo della Conferenza episcopale polacca, mercoledì ha denunciato la proposta di Duda come “una nuova forma di eutanasia”. 
Ma Duda non è popolare nemmeno tra i manifestanti: il movimento Strajk Kobiet (Sciopero delle donne) a capo delle manifestazioni sta lottando per avere “un vero Tribunale costituzionale, una Corte suprema autentica e trasparente, uno stato laico e le dimissioni del governo”. Insomma, l’aborto è solo una parte della storia. 

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