Israele, lo "storico accordo" non placa la protesta: "Bibi, vattene. Hai fallito
Top

Israele, lo "storico accordo" non placa la protesta: "Bibi, vattene. Hai fallito

A migliaia hanno protestato fuori dalla residenza ufficiale del primo ministro a Gerusalemme sabato sera, chiedendo le sue dimissioni per l'ottava settimana consecutiva.

Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu
Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

16 Agosto 2020 - 15.07


ATF

Hai voglia a venderti lo “storico accordo” di pace con gli Emirati Arabi. Quello, forse, potrà servire al suo amico Donald per provare a mettersi una medaglia, sia pure di latta, in politica estera. Ma per lui, le cose non sembrano essere cambiate. E se lo sono, sono cambiate in peggio. Il “lui” in questione è Benjamin “Bibi” Netanyahu, primo ministro d’Israele. Forse sperava che l’accordo, peraltro tutto da concretizzare, con Abu Dhabi, avesse fatto risalire il suo indice di popolarità, in caduta libera, tra gli israeliani. Niente di più lontano dalla realtà. E a farglielo intendere sono stati gli israeliani che, a migliaia,  hanno protestato fuori dalla residenza ufficiale del primo ministro a Gerusalemme sabato sera, chiedendo le sue dimissioni per l’ottava settimana consecutiva.

La protesta cresce

Se l’entourage di “Bibi” sperava che il tempo, il coronavirus, fiaccassero la protesta, hanno commesso un clamoroso errore di valutazione. Perché non solo il zoccolo duro della protesta anti-Netanyahu non si è indebolito, al contrario è cresciuto, perché agli attivisti della prima ora e ai loro gruppi, si sono aggiunte diverse organizzazioni di lavoratori autonomi israeliani che protestano contro la fallita risposta economica alla crisi del coronavirus. Inoltre, la protesta a Gerusalemme è stata caratterizzata da una “Marcia delle mamme” che hanno manifestato contro la violenza nella comunità arabo-israeliana.

All’inizio della serata, alcuni manifestanti hanno iniziato a marciare verso la residenza del Presidente, ma la polizia li ha bloccati perché non ha autorizzato la marcia e ha arrestato uno dei manifestanti per turbativa dell’ordine pubblico.  Una protesta parallela si è tenuta vicino alla casa privata di Netanyahu a Cesarea per la quarta settimana consecutiva. Diverse centinaia di manifestanti portavano cartelli con scritto: “Quando faremo la pace tra noi? Fermate quell’uomo (Netanyahu, ndr)”, “La corruzione uccide” e “Conosceremo giorni migliori”. I manifestanti hanno anche appeso un enorme striscione nero con la parola “Bugiardo” scritta a lettere bianche.

Altri 50.000 israeliani si sono radunati su ponti e grandi incroci del Paese Israele per l’ottava settimana consecutiva. Michal, Assaf e Nitzan sono venuti a Cesarea da Tel Aviv per partecipare alla protesta. “L’accordo con gli Emirati Arabi Uniti non terrà la gente a casa e non impedirà loro di protestare”. È bello, ma non è adatto a fare il primo ministro”, ha detto Nitzan. Assaf ha aggiunto: “Netanyahu ha dimostrato di non essere adatto ad essere un leader in senso morale, e non è riuscito a gestire la crisi”. Basta così. Andate a casa”. Alla protesta di Gerusalemme, una ventina di medici in uniforme erano in piedi sotto un cartello che recitava: “Al mattino combattiamo il coronavirus, alla sera combattiamo la corruzione”. Uno dei medici, Yishai Kelly, ha detto che “se un primo ministro tra la prima e la seconda ondata è occupato con i suoi benefici fiscali e cerca di interrompere il procedimento legale contro di lui, allora è chiaro che la sua testa e il suo tempo non sono investiti nella preparazione dello stato per la seconda ondata” del coronavirus. Il movimento  “Black Flag”  che ha avuto un ruolo importante nell’organizzazione delle proteste in Israele, ha sostenuto, in un comunicato, che “mentre il primo ministro è impegnato a organizzare i voli per le piscine di Abu Dhabi, la nazione sta crollando a causa del fallimento della gestione della crisi economica e sanitaria. Non voli per il Golfo – posti di lavoro – in Israele! Questo è ciò che chiediamo”. L’organizzazione ha aggiunto: “L’ [uomo che è] accusato di corruzione, frode e violazione della fiducia, che è impegnato dalla mattina alla sera con il suo processo e la criminalizzazione della protesta è inadatto a gestire lo stato di Israele. Non vogliamo un’elezione; vogliamo un primo ministro funzionante”.

Leggi anche:  L'Iran lancia 500 tra droni suicidi e missili verso Israele

Il movimento dei “Ministri del crimine” ha rincarato la dose: “Migliaia di persone si stanno riversando qui questa settimana per far capire all’uomo corrotto di Balfour Street (la strada di Gerusalemme dove ha sede la residenza ufficiale del primo ministro, ndr) che anche la pace nel mondo non lo aiuterà. Un milione di disoccupati e di lavoratori autonomi [le cui imprese] sono andate in crisi per [poter pagare] le loro bollette mensili con dignità e un governo funzionante guidato da qualcuno che non è corrotto”. 

Il re è nudo

“La rinascente pandemia di coronavirus di Israele sta scuotendo le fondamenta della società e della politica israeliana così come le abbiamo conosciute – annota Chemi Shalev, scrittore e icona del giornalismo progressista israeliano – La paura del ritorno della peste e l’ansia per il suo terribile impatto economico stanno minando il senso di sicurezza e di benessere dell’opinione pubblica israeliana. La rabbia repressa e le frustrazioni si stanno riversando in proteste di strada arrabbiate, con Benjamin Netanyahu sempre più additato come colpevole, e a salvarlo non è il roboante annuncio di un accordo storico che poi, se si va in profondità, così storico non è.. Netanyahu – aggiunge Shalev – sta incontrando il lato negativo del suo decennale dominio personale sulla governance e la politica israeliana. Dopo aver sistematicamente eliminato le figure del Likud percepite come potenziali minacce, prendendo il controllo dell’intera destra e rivendicando il merito di tutti i successi dei suoi successivi governi, Netanyahu ha assunto una presenza più grande della vita nella vita israeliana, che ora sta tornando a perseguitarlo. Da solo in cima, Netanyahu sta sopportando il peso dell’estate di paura, disgusto e malcontento di Israele”. “Netanyahu reagisce alle proteste come ha sempre fatto: criminalizzando i manifestanti, scagliandosi contro i media indipendenti, gridando al complotto – dice a Globalist  Nitzan Horowitz, presidente del Meretz, la sinistra pacifista israeliana – ma stavolta è stato spiazzato dalla determinazione e dalla costanza con cui decine di migliaia di israeliani continuano a manifestare in difesa della legalità e contro un Primo ministro che si ritiene al di sopra della legge e che ha dimostrato l’assoluta incapacità nel fronteggiare l’emergenza del coronavirus. In questo, ha seguito a ruota il suo amico americano: Donald Trump”.

Le “Bandiere nere”, concordano gli analisti politici a Tel Aviv, rappresentano qualcosa di inedito per Israele: è un movimento che rifiuta di essere incasellato politicamente, che non accetta “abbracci” strumentali di qualche vecchio arnese della politica in cerca di palchi mediatici, ma che al tempo stesso sa costruire alleanze sui temi che sono al centro della mobilitazione. Quanto alle forme di lotta, in queste otto settimane, i manifestanti hanno dimostrato creatività e capacità di radicamento, utilizzando i social media come amplificatori dei propri messaggi ma non come sostitutivi della piazza. Di certo, non sono un fenomeno “passeggero”, destinato a consumarsi nel breve tempo. “King Bibi” li ha bollati come anarchici di sinistra, addirittura come “bolscevichi”. Ma questa caricatura demonizzante non sembra funzionare: recenti sondaggi danno la popolarità di Netanyahu in forte caduta, mentre cresce il malessere sociale verso un Governo incapace di fronteggiare le ricadute economiche, oltre che sanitarie, del Covid-19.

Leggi anche:  Israele sull'Iran: "Non possiamo restare fermi davanti a questo tipo di aggressione"

Voci dalla piazza

Oren è tra le migliaia di persone che si riuniscono fuori dalla residenza ufficiale di Netanyahu a Gerusalemme più volte alla settimana, invitando il leader di lunga data a dimettersi. I giovani come Oren hanno dato un nuovo impulso e creatività, ad un movimento fatto da persone più anziane che sostengono che Netanyahu dovrebbe dimettersi quando sarà processato per corruzione. Molti dei giovani manifestanti hanno perso il lavoro o hanno visto compromesse le loro prospettive di carriera. Hanno dato alle proteste un’atmosfera da carnevale, martellando sui tamburi e ballando per le strade in costumi colorati mentre cantavano slogan al vetriolo contro il primo ministro. Oren ora si reca a Gerusalemme dalla sua casa nella città di Kfar Saba, nel centro di Israele, a circa un’ora di distanza, tre volte alla settimana.

È facilmente riconoscibile con il suo poster con la scritta “House of Corruption”, che raffigura Netanyahu in una posa simile al nefasto personaggio di “House of Cards” Frank Underwood.

Oren dice di non appartenere a nessun partito politico o a nessuno dei movimenti che organizzano i raduni, ma che il variegato gruppo di attivisti vuole cose simili. “No alla corruzione, alla povertà, al distacco”. Diciamo solo basta”, spiega. .

La studentessa universitaria Stav Piltz ha vissuto un’evoluzione simile. Vivendo nel centro di Gerusalemme, vicino alla residenza di Netanyahu, ha notato rapidamente le manifestazioni nel suo quartiere quando sono iniziate diversi mesi fa. Ha parlato con i manifestanti e con gli abitanti del posto al caffè dove faceva la cameriera prima di essere licenziata. Ha detto di aver notato un tema comune. “Sentono che c’è qualcosa di molto critico ora nel clima politico e che nessuno sta ascoltando i cittadini e il dolore che stiamo provando”, dice, aggiungendo . che la scintilla che l’ha portata  a protestare è stato lo sciopero nazionale del mese scorso da parte degli assistenti sociali del Paese. Piltz, lei stessa studentessa di scienze sociali, ha detto di avere una storia di attivismo sociale, ma non si è mai occupata di politica di partito. L’insieme delle donne, provenienti da diversi contesti religiosi, politici, etnici e razziali, è stato uno spettacolo potente. “È qui che ho visto quanto potere abbiamo quando siamo insieme”, sottolinea.

Le manifestazioni, che si sono rafforzate nelle ultime settimane, sono la più grande ondata sostenuta di proteste pubbliche da quando centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza nel 2011 per richiamare l’attenzione sull’alto costo della vita del Paese. Sia Piltz che Oren hanno detto di essere determinati a continuare la loro attività a lungo termine.”La gente non ha niente da perdere. Quindi è molto facile andare a dimostrare di questi tempi, soprattutto se sei giovane e non vedi un futuro qui”, aggiunge Plitz.

Leggi anche:  Netanyahu insiste nel mostrare i muscoli: "Vincere a Gaza e difenderci ovunque"

Liat Levy, anche lei tra i manifestanti a Gerusalemme, esprime una preoccupazione che è di tanti: “Il prossimo omicidio politico è scritto sul muro”. Riferendosi a un’intervista con l’assassino di un attivista di sinistra, Liat dice: “Abbiamo sentito tutti ieri (venerdì, ndr)  Yona Avrushmi chiamarci ‘germi’, e questo è il messaggio che Netanyahu ha propagato , e c’è chi può farsi venire delle idee. … È solo questione di tempo prima che un manifestante si faccia male”.

Yona Avrushmi, che è stato rilasciato nel 2011 dopo essere stato condannato per l’omicidio di Emil Grunzweig durante un raduno di Peace Now, ha detto a Channel 12 News venerdì scorso che odia i manifestanti anti-governativi, aggiungendo “Anche loro mi odiano”. Sono persone malvagie, nemiche della nazione”. Le parole di Avrushmi fanno eco a ciò che disse durante l’interrogatorio sull’omicidio del 1983, e cioè che i manifestanti a cui aveva lanciato una granata erano come “germi che devono essere sterminati”. Per quanto riguarda le manifestazioni che si sono tenute a Gerusalemme e in altre città di Israele nelle ultime settimane, ha detto che non si sarebbe recato nella zona. “Ci sono giovani che ci andranno, e sanno cosa fare”. Un’affermazione che molti hanno letto come un incitamento alla violenza.

Avrushmi ha scontato 27 anni per l’omicidio di. Non ha mai espresso rimorso. “Non ho comprato una granata per lasciarla a casa”, ha detto raccontando il crimine. “L’ho lanciata e sono andato a casa a dormire”. Riguardo al suo movente, disse: “Quando ami qualcuno, sei disposto a morire per lui. Amavo Begin (Menachem, primo ministro Likud, ndr)  allora, ed oggi  io amo Netanyahu più di quanto amassi Begin”.

Ad alimentare questa “caccia” al manifestante è lo stesso primo ministro. Invece di provare a scongiurare il rischio di una “guerra civile”, paventato dal suo alleato di Governo, il ministro della Difesa e futuro premier stando al patto con Netanyahu, Benny Gantz, “Bibi” ha sparato una raffica di accuse pesantissime sui manifestanti. Ha cominciato affermando che le proteste in corso “si stanno organizzando nelle torri degli alberghi di lusso”, per poi proseguire rilanciando l’accusa secondo cui a capeggiare la protesta sono gli “anarchici”. Ma non finisce qui. Un sempre più furioso primo ministro ha i affermato che le proteste “sono finanziate da fondazioni di sinistra e ricevono un sostegno sproporzionato dai media” che, a suo dire, sostengono le proteste “a livello nordcoreano”. E come non bastasse, aa anche accusato i manifestanti di essere “incubatori di coronavirus”.

(ha collaborato da Gerusalemme Cesare Pavoncello)

Native

Articoli correlati