Israele ed Emirati Arabi fanno pace. Trump esulta, i palestinesi no.
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Israele ed Emirati Arabi fanno pace. Trump esulta, i palestinesi no.

Tel Aviv ha accettato di sospendere l'applicazione della sovranità alle aree della Cisgiordania ma i palestinesi parlano di tradimento e e avvertono: "Non usateci come foglia di fico".

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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

13 Agosto 2020 - 15.59


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I superlativi si sprecano: “Storico”, “eccezionale”, “grandioso”. Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo che porterà a una piena normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni del Medio Oriente in un negoziato mediato dal presidente americano, Donald Trump, che ha twittato la dichiarazione congiunta.
L’annuncio rende gli Emirati Arabi Uniti il primo Stato arabo del Golfo a dichiarare la normalizzazione e solo la terza nazione araba ad avere legami diplomatici attivi con Israele. L’accordo è stato raggiunto con la mediazione degli Stati Uniti e per Trump si tratta di una “enorme svolta”. “Storico accordo di pace tra due nostri grandi amici, Israele e Emirati Arabi”, ha twittato il tycoon.
Il presidente degli Stati Uniti ha poi illustrato lo storico accordo di pace tra Israele ed Emirati Arabi dalla Casa Bianca, alla presenza di alcuni suoi stretti collaboratori, tra cui il genero-consigliere Jared Kushner, l’architetto del piano di pace Usa per il Medio Oriente. Israele con questa intesa si è impegnato a non annettere i territori della Cisgiordania. “Nella mia telefonata di oggi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato deciso di fermare l’annessione di Israele dei territori palestinesi”, ha scritto in tweet il principe emiratino, Mohamed bin Zayed. “Gli Emirati Arabi Uniti e Israele hanno inoltre concordato di stabilire una tabella di marcia per avviare una cooperazione congiunta, che porti a relazioni bilaterali”, ha aggiunto. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ritwittato l’annuncio di Trump aggiungendo “una giornata storica”.
L’intervento di Pompeo
Sulla questione è intervenuto anche il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. “Gli Stati Uniti sperano che questo passo coraggioso sia il primo di una serie di accordi che mettono fine a 72 anni di ostilità nella regione. Sebbene i trattati di pace tra Israele ed Egitto e Giordania non abbiano ancora realizzato il loro pieno potenziale, dagli accordi di Camp David del 1978 e dell’accordo di Wadi Arava del 1994, abbiamo assistito a un significativo sviluppo economico in Egitto e Giordania, un inconfondibile dividendo della pace”, ha evidenziato. “L’accordo di normalizzazione di oggi tra Israele e gli Emirati ha un potenziale simile e la promessa di una giornata migliore per l’intera regione. Gli Stati Uniti si congratulano con Israele e gli Emirati per il loro importante risultato. Beati gli operatori di pace. Mabruk e Mazal Tov”, ha concluso.

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“Gli Stati Uniti sperano che questo passo coraggioso sia il primo di una serie di accordi che mettono fine a 72 anni di ostilità nella regione. Sebbene i trattati di pace tra Israele ed Egitto e Giordania non abbiano ancora realizzato il loro pieno potenziale, dagli accordi di Camp David del 1978 e dell’accordo di Wadi Arava del 1994, abbiamo assistito a un significativo sviluppo economico in Egitto e Giordania, un inconfondibile dividendo della pace”, evidenzia.
“L’accordo di normalizzazione di oggi tra Israele e gli Emirati ha un potenziale simile e la promessa di una giornata migliore per l’intera regione. Gli Stati Uniti si congratulano con Israele e gli Emirati per il loro importante risultato. Beati gli operatori di pace. Mabruk e Mazal Tov”, conclude Pompeo.
Il principe ereditario degli Emirati Mohammed Bin Zayad ha confermato su Twitter che Israele ha concordato nel sospendere l’annessione di parti della Cisgiordania, ma ha parlato solo di lavoro per la normalizzazione delle relazioni. “Nel corso di una conversazione telefonica con il presidente Trump e il premier Benjamin Netanyahu – ha scritto Bin Zayed – è stato raggiunto un accordo per fermare ulteriori annessioni di territorio palestinese. Gli Emirati e Israele hanno convenuto di cooperare e di stabilire una road map per l’istituzione di relazioni bilaterali”. Israele ha accettato di sospendere i contestati piani unilaterali di annessione di parti della Cisgiordania, nel quadro di un accordo con gli Emirati Arabi Uniti, raggiunto oggi con la mediazione degli Usa. La rinuncia all’annessione si inserisce in un più ampio piano di normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. “Si tratta di un’enorme svolta, uno storico accordo di pace tra due paesi grandi amici degli Usa”, ha twittato Trump aggiungendo, parlando ai giornalisti, che si tratta di un passo significativo verso la pace in Medio Oriente. “Ora che il ghiaccio è stato rotto, ha aggiunto Trump, mi aspetto che altri paesi arabi e musulmani seguiranno l’esempio degli Emirati Arabi Uniti”.
L’accordo non fissa per ora una data precisa per lo stop delle operazioni israeliane in Cisgiordania. L’area è stata sottratta da Israele al controllo giordano nella guerra dei sei giorni del 1967. Dopo gli accordi di Oslo del 1993 l’area è stata divisa in zone sotto il controllo palestinese e altre Il piano israeliano avviato all’inizio dello scorso luglio prevedeva l’annessione in modo permanente del 30% dei territori cisgiordani e aveva suscitato una dura opposizione da parte palestinese.
Funzionari israeliani e degli Emirati Arabi Uniti e si incontreranno “nelle prossime settimane” per firmare accordi bilaterali. “Questa storica svolta diplomatica promuoverà la pace nella regione del Medio Oriente ed è una testimonianza dell’audace diplomazia e visione dei tre leader e del coraggio degli Emirati Arabi Uniti e di Israele nel tracciare un nuovo percorso che sbloccherà un grande potenziale nella regione”, si legge nella la dichiarazione congiunta. In futuro verranno istituite missioni diplomatiche nei due paesi.
Il “No” palestinese
Resta il fatto che l’entusiasmo dei contraenti lo “storico accordo”, non è condiviso minimamente dai palestinesi. “Israele è stato premiato per non aver dichiarato apertamente che cosa sta facendo in modo illegale e costante alla Palestina dall’inizio dell’occupazione. Gli Emirati Arabi Uniti sono usciti allo scoperto sui loro accordi segreti con Israele. Per favore non fateci alcun favore. Non siamo la foglia di fico di nessuno”. Così su Twitter Hanan Ashrawi, ex ministra, tra le più autorevoli personalità della dirigenza palestinese. Ogni “normalizzazione” con Israele è “un tradimento” ha detto Hamas riportata dal sito, vicino all’organizzazione, Al Quds.
“Israele – ha dichiarato il portavoce Fawzi Bahoum- viene premiata per i suoi crimini contro i palestinesi”. Anche la Jihad islamica, citata dai media, ha detto che la “normalizzazione è una sottomissione e non cambia i fatti del conflitto”. Secondi i Comitati di resistenza palestinese, l’intesa “rivela le dimensioni della cospirazione contro il popolo palestinese, ed è una pugnalata infida e velenosa alle spalle della nazione”.
“La normalizzazione è resa e sottomissione e non cambierà i fatti del conflitto, ma piuttosto renderà l’occupazione più terroristica”, rilancia la Jihad islamica palestinese. Silenti, al momento, sono potenze regionali, come la Turchia, l’Iran, l’Egitto, l’Arabia saudita, che cercano, e non da oggi, di gestire in proprio la “causa palestinese”.

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