La Lega cavalca l'odio sovranista contro Sergio Sylvestre: "La Rai spieghi questa scelta arrogante"
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La Lega cavalca l'odio sovranista contro Sergio Sylvestre: "La Rai spieghi questa scelta arrogante"

La Lega ha presentato un quesito alla Rai sul perché sia stato scelto proprio Sergio Sylvestre per cantare l'inno

Sergio Sylvestre
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18 Giugno 2020 - 19.30


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La Lega ha deciso di cavalcare fino in fondo la polemica razzista sulla scelta di far cantare l’inno italiano al cantante Sergio Sylvestre, di nazionalistà americana, diventato famoso in Italia dopo aver vinto la quindicesima edizione di Amici: “Abbiamo presentato un quesito alla Rai perché chiarisca i criteri della scelta che hanno individuato in Sergio Sylvestre il cantante la cui esibizione ha aperto la finale di Coppa Italia di calcio di ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma. Vista la penosa esibizione del cantante che ha dimenticato ben due strofe dell’Inno di Mameli, l’azienda comunichi se siano state approntate adeguate prove dell’esibizione, necessarie vista la portata dell’evento, seguito da oltre 10 milioni e 200 mila spettatori pari al 39.6% di share. L’azienda chiarisca ulteriormente le ragioni del gesto finale del cantante che ha concluso l’esibizione alzando il pugno chiuso; basta con le mancanze di rispetto, con l’arroganza dei radical chic, con il buonismo vuoto e senza argomenti: la Rai è bene del Paese, è servizio alla comunità, non la palestra per mediocrità e faziosità”. 
È una bella concentrazione di sciocchezze: Sylvestre non ha sbagliato due strofe, ma si è interrotto qualche secondo per poi riprendere a cantare e, tra l’altro, sono ormai anni che la Lega tratta la Rai come suo laboratorio sovranista personale, tanto che i Tg (in particolare il Tg2) hanno collezionato una serie infinita di richiami dell’Agcom proprio per il mancato rispetto delle regole di alternanza e par condicio. Il pugno nero alzato è il simbolo della lotta degli afroamericani contro il razzismo dilagante e peraltro è un gesto divenuto famoso proprio durante un evento sportivo, compiuto dai due velocisti Tommie Smith e John Carlos durante le olimpiadi di Città del Messico del 1968. Un gesto che Sylvestre, americano, ha voluto ripetere nel nostro paese per far aprire gli occhi sulla portata storica delle proteste negli Usa. 

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