Super Tuesday, Bernie Sanders contro tutti: Biden e Bloomberg inseguono il senatore 'socialista'

Giorno decisivo per i democratici statunitensi: è il ‘Super Tuesday’, ossia il martedì in cui ben 14 stati (Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, e Virginia, più le Samoa e i democratici all’estero) sono chiamati alle urne per eleggere i ‘grandi elettori’, quelli che materialmente eleggono il presidente americano. Praticamente un terzo degli elettori necessari per eleggere il candidato ufficiale dei dem, che sarà deciso alla Comvention dei democratici di Milwaukee che si terrà a luglio. 
La partita è Bernie Sanders contro tutti: il senatore ‘socialista’ del Vermon non piace all’animo più moderato della sinistra, che vede in Sanders un pericolo che può provocare la destra, spingendola – per paura del programma troppo ‘estremo’ di Sanders – a votare di nuovo in massa per Donald Trump. 
E quindi i campioni dell’ala moderata sono due, Joe Biden e Michael Bloomberg. Ed è il primo che sembra essere notevolmente avvantaggiato, anche a causa di due importanti endorsement incassati dopo la super vittoria in South Carolina: hanno deciso di spalleggiare l’ex vice di Barack Obama anche Pete Buttigieg e Amy Klobuchar, i due candidati che si sono ritirati dalla corsa alla Casa Bianca. I loro voti potrebbero di fatto annullare il vantaggio di Sanders, pur essendo questo notevole. Le incognite però sono due: primo, non è detto che i sostenitori di Buttigieg e Klobuchar siano pronti a passare automaticamente con Biden; secondo, l’esordio di Bloomberg potrebbe portare via altri voti a Joe. Sul fronte progressista invece la senatrice Warren non si è ancora ritirata, e quindi continuerà a togliere consensi a Sanders.