Il missionario di Lodi dal Niger: "Hanno paura del coronavirus gli stessi che saccheggiano l'Africa"
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Il missionario di Lodi dal Niger: "Hanno paura del coronavirus gli stessi che saccheggiano l'Africa"

Don Domenico Arioli: "Qui i bambini muoiono ogni giorno, non ci sono mezzi per combattere un'infezione da queste parti . Ma chi si preoccupa nello stesso tempo impoverisce"

don Domenico Arioli
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28 Febbraio 2020 - 11.49


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Quello che qui sembra una tragedia impressionante nel sud del mondo è la tragica normalità: mentre l’Italia si affanna a gestire l’emergenza coronavirus, isolando interi paesi e decine di migliaia di persone con “grande dispiegamento di mezzi e battage mediatico”, in Niger i bambini “muoiono di malaria, diarrea e fame”

. A invitare gli italiani a una riflessione e a un maggiore equilibrio per non cadere nella psicosi coronavirus è don Domenico Arioli, originario di Camairago, provincia di Lodi, da quasi 18 anni missionario in Niger.
“Sono qui in una scuola con trecento bambini, cento dei quali poverissimi che mangiano solo a scuola, hanno i capelli biondi perché sono malnutriti e se non fossero sostenuti con le adozioni a distanza vivrebbero nell’abbandono e passerebbero giornate intere senza mangiare”, racconta all’Adnkronos don Domenico, 71 anni, 40 dei quali di vita sacerdotale.
Il missionario, che da giovane studiava medicina, guarda a migliaia di chilometri di distanza la situazione nelle sue zone d’origine e si dice “dispiaciuto di vedere gente che muore”, ma sottolinea che in Niger “l’emergenza è permanente e nessuno si lamenta. Qui siamo abituati alla morte”.
Don Domenico non nasconde, tuttavia, la paura che l’epidemia possa dilagare anche nel Paese africano, mettendo in guardia da possibili conseguenze devastanti. “In Niger ci sono molti cinesi, specialmente nella capitale Niamey, e non ci sono mezzi, ce li sogniamo quelli dell’Italia – spiega – Penso se dovesse scoppiare l’epidemia qui e servissero dei tamponi cosa potremmo fare. Prego il signore che non succeda, ma non so fino a quando durerà questa protezione”.
Il missionario non risparmia quindi una stoccata alla Francia, che a suo parere, continua a saccheggiare le risorse del Niger. “Chi si preoccupa giustamente di proteggersi dal coronavirus sono gli stessi che impoveriscono l’Africa occidentale come la Francia – dichiara – Tutto quello che si sottrae al Paese si sottrae alla popolazione, qui la colonizzazione non è ancora finita”.
Il religioso vuole infine mandare un messaggio agli italiani invitandoli a “ritornare a un rapporto meno tragico con la malattia. Noi in Occidente che pretendiamo di vivere nel benessere dobbiamo renderci conto che dobbiamo convivere con la malattia” ricordando sempre “la sofferenza” che si vive in altre zone del mondo. “Bisogna imparare a gestire con distacco la sofferenza pensando a chi non ha niente”, conclude.

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