I genitori musulmani protestano e una scuola è costretta a sospendere i corsi Lgbt
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I genitori musulmani protestano e una scuola è costretta a sospendere i corsi Lgbt

Parola d'ordine: inclusione a tutto tondo. Le lezioni insegnano "i valori britannici, le differenze e un senso di appartenenza” collettivo, “indipendentemente da chi si è”. Ma i genitori non ci stanno e ritirano i bambini

I genitori non sono d'accordo e ritirano 600 alunni dalla scuola elementare
I genitori non sono d'accordo e ritirano 600 alunni dalla scuola elementare
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20 Marzo 2019 - 08.53


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Troppo piccoli per conoscere i diritti LGBT, per ascoltare lezioni di inclusione e tolleranza. Sono queste le motivazioni fornite da un gruppo di genitori che ha deciso di ritirare dalle classi della scuola elementare Parkfield Community School, a Birmingham, ben 600 alunni su 738 iscritti. 
Marco Gritti su Agi.it. racconta tutta la vicenda che ha visto vincere i genitori: la Parkfield Community School, la scuola elementare di Birmingham, ha deciso di interrompere a tempo indeterminato il suo programma di insegnamento dei diritti civili, tra i quali le lezioni sul tema Lgbt.
Ore tra i banchi che avevano scatenato la protesta di un nutrito gruppo di genitori, per lo più musulmani, secondo cui argomenti del genere non sono adatti a bimbi fino agli undici anni di età.
Al centro della diatriba c’è il “No Outsiders Programme”, un ciclo di 35 lezioni – cinque l’anno per sette classi, dai bimbi di 3-5 anni fino ai ragazzini di dieci e undici anni – durante i quali si affronta il tema della discriminazione sotto diversi aspetti, dall’età alla religione, da etnia a genere e sessualità.
Obiettivo, si legge sul sito della Parkfield, è “riconoscere e celebrare la differenza e la diversità nella scuola e nelle comunità”.
Le lezioni mirano a insegnare “ai bambini i valori britannici, le differenze e un senso di appartenenza” collettivo, “indipendentemente da chi si è”.
La parola d’ordine, insomma, è inclusione.
Il programma prende spunto dalla legge britannica approvata nel 2010 in tema di diritti civili, l’Equality Act.
“Insegniamo ai bambini a rispettare tutti i membri della comunità” in nome del “tutti sono i benvenuti, nessuno è escluso”, spiega la scuola.
Alcuni genitori, in massima parte musulmana (ma il dato è dovuto al fatto che la scuola accoglie soprattutto bimbi stranieri), hanno però avuto da ridire sui temi affrontati, come quello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso (legali, in buona parte del Regno Unito, dal 2014), sostenendo che non siano idonei a essere insegnati studenti così giovani.
La protesta, scrive il Guardian, è cominciata tra gennaio e febbraio ed è stata guidata da una madre, Fatima Shah, che per prima ha deciso di allontanare la propria figlia di 10 anni dalla scuola: secondo lei, parlare di matrimoni omosessuali a quell’età “è inappropriato, totalmente sbagliato”.
Alla donna si sono uniti molti altri genitori: sarebbero 600 (numero non confermato dalla Parkfield) i bambini musulmani ritirati dalle classi della scuola di Birmingham dove,complessivamente, studiano 738 alunni (dati del ministero dell’Educazione inglese).
 
Lo stop al programma: “Niente è più importante dell’insegnamento”. Alla scuola, e al fondatore del programma No Outsiders Andrew Moffat, non è rimasto che prendere atto della posizione dei genitori e optare per lo stop: “Niente è più importante di assicurare che l’insegnamento ai nostri bambini prosegua senza interruzioni – si legge nella nota del 13 marzo – Fino a quando non si troverà una soluzione queste lezioni non avranno luogo. Ci auguriamo che i ragazzi non vengano allontanati dalla scuola in segno di protesta”.
Alla Parkfield Community School, si legge sul sito, studiano bimbi che arrivano da diverse parti del mondo: “Quasi tutti provengono da una vasta gamma di minoranze etniche e quasi la metà degli alunni ha origini pakistane”.
Un universo sociale vario che caratterizza l’intera città di Birmingham, come testimoniato dai dati del censimento britannico del 2011: nella seconda città più grande del Regno Unito dopo la capitale Londra, quasi mezzo milione di persone sono straniere, il 47% della popolazione totale.
La comunità più numerosa è proprio quella pakistana, che conta 144 mila abitanti (il 13% del totale).
 
Parkfield, una scuola “eccezionale”. Quanto accaduto a Birmingham fa discutere anche perché la scuola al centro delle polemiche gode di un’ottima fama: l’Ofsted, l’agenzia governativa britannica che monitora la qualità dell’insegnamento riportando al Parlamento gli esiti delle sue ricerche, ha catalogato la Parkfield come “outstanding”, cioè eccezionale.
Nelle ore immediatamente precedenti la decisione di sospendere il No Outsider, poi, la stessa Ofsted aveva ribadito come il programma fosse “appropriato per l’età”.
Un modello di eccellenza, insomma, al punto da essere adottato anche da diverse altre scuole del Regno Unito.
L’inventore del programma, come detto, è Andrew Moffat. Insegnante omosessuale, vice preside della Parkfield, Moffat è autore del libro No outsiders in our schools in cui espone le sue tesi volte a promuovere l’uguaglianza Lgbt e sfidare l’omofobia sin dalle scuole elementari.
Il suo impegno “per l’uguaglianza e le diversità” in ambito educativo gli è valso il titolo di membro dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico, importante onorificenza assegnatagli dalla regina Elisabetta in persona a Buckingham Palace, il 14 novembre 2017. Nel frattempo, in segno di supporto al professor Moffat, è stata lanciata anche una petizione su Change.org.

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