Venezuela nel caos, Juan Guaidò si autoproclama presidente, Maduro: "è colpo di Stato"
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Venezuela nel caos, Juan Guaidò si autoproclama presidente, Maduro: "è colpo di Stato"

Nel corso della manifestazione contro Nicolas Maduro il capo dell'Assemblea Nazionale di Caracas si è nominato presidente ad interim, ed è stato riconosciuto da Usa, Messico e Canada

Juan Guaidò
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23 Gennaio 2019 - 20.50


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Il Venezuela attraversa una delicatissima fase politica, a poche ore dall’autoproclamazione di Juan Guaidò, capo dell’Assemblea Nazionale di Caracas, a presidente ad Interim del Paese. 
Guaidò è in netta opposizione con l’attuale presidente, Nicolas Maduro, rieletto per un secondo mandato un paio di settimane fa, ma giudicato illegittimo dalle opposizioni che si sono rifiutate di riconoscere il risultato delle elezioni. Maduro, che parla apertamente di tentativo di colpo di Stato, è da tempo accusato dalle opposizioni di aver instaurato un vero e proprio regime nel paese, in cui le rimostranze verso il suo governo sono state spesso represse con la violenza: non da ultimo il corteo di oggi, che ha visto ben sei morti. 
È in questo clima di violenza che Guaidò si è proclamato presidente, incontrando immediatamente il riconoscimento di Usa, Canada e degli altri stati sudamericani: Donald Trump ha scritto in una nota: “Oggi riconosco ufficialmente il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelano, Juan Guaidò, come presidente ad interim del Venezuela”. Segue un commento del segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ha invitato le Forze Armate venezuelane a “stare dalla parte della democrazia” e di non schierarsi con Maduro. 
Anche Luis Almagro, il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), ha annunciato di riconoscere Guaidò come presidente ad interim. “Le nostre congratulazioni a Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. Ha il nostro riconoscimento per procedere verso il ritorno del paese alla democrazia”, ha twittato Almagro, meno di un’ora dopo il riconoscimento da parte di Trump. In precedenza l’Osa non aveva riconosciuto la legittimità del secondo mandato di Maduro. L’organizzazione, che riunisce tutti gli stati delle Americhe, aveva chiesto l’avvio di un dialogo politico e la convocazione di nuove elezioni.

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