Trecento intellettuali brasiliani contro Bolsonaro: è una minaccia per la democrazia
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Trecento intellettuali brasiliani contro Bolsonaro: è una minaccia per la democrazia

Chico Buarque, Gilberto Gil, Caetano Veloso e tanto altri hanno lanciato un appello contro il candidato di estrema destra ammiratore della vecchia dittatura militare e omofobo

Chico Buarque e Gilberto Gil
Chico Buarque e Gilberto Gil
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25 Settembre 2018 - 15.41


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Non si tratta della solita destra corrotta brasiliana. Si tratta di un fascista, ammiratore della dittatura militare e omofobi e sessista dichiarato.

Si tratta di una minaccia per la democrazia.
Per questo Chico Buarque, Gilberto Gil, Caetano Veloso e più di 300 artisti, intellettuali, scienziati e imprenditori brasiliani hanno firmato un manifesto contro Jair Bolsonaro, il candidato di estrema destra in testa ai sondaggi per le elezioni presidenziali, nel quale denunciano che il dirigente rappresenta «una chiara minaccia al nostro patrimonio di civiltà di base».
«È necessario respingere la normalizzazione (di Bolsonaro) e unire le nostre forze in difesa della libertà e della tolleranza», si legge nel testo, che accusa il candidato presidente di aver «negato l’esistenza del passato autoritario» durante la dittatura militare, di aver flirtato con proposte antidemocratiche e di aver accumulato «dichiarazioni francamente xenofobe e discriminanti riguardo a diversi settori della società».
I firmanti del testo -fra i quali si trovano anche Miguel Reale Junior, ex ministro della Giustizia di Fernado Henrique Cardoso, e Maria Alice Setubel, una delle proprietarie della banca privata più grande del Brasile, Itaù- hanno sottolineato il rischio che rappresenterebbe una vittoria di Bolsonaro per le istituzioni brasiliane.
«Bisogna ricordare che leader fascisti, nazisti e di altri regimi autocratici, tanto nel passato della storia come nel presente, in origine sono stati eletti in base alla promessa di riscattare la credibilità e l’autostima delle loro nazioni, prima di sottoporle ai loro vari capricci autoritari», si legge nel testo.

 

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