Bucarest contro la corruzione: in centomila in piazza, anche tanti emigrati rientrati per la manifestazione
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Bucarest contro la corruzione: in centomila in piazza, anche tanti emigrati rientrati per la manifestazione

Il presidente Klaus Iohannis, critico del governo socialista, si è sostanzialmente schierato con la protesta parlando di "brutale intervento della polizia". [Masha Magarik, redazioni esteri Gr Rai]

Bucarest contro la corruzione: migliaia in piazza, anche tanti emigrati rientrati apposta per la manifestazione
Bucarest contro la corruzione: migliaia in piazza, anche tanti emigrati rientrati apposta per la manifestazione
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Masha Magarik Modifica articolo

12 Agosto 2018 - 09.08


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Non si ferma la protesta in Romania. Dopo la grande manifestazione di venerdì, sabato sera in piazza erano in cinquantamila. I romeni non mollano, hanno chiesto una politica pulita, la cacciata dei corrotti, hanno dalla loro il Capo dello Stato, che è contro il governo pesantemente contestato dalla piazza, contro la linea repressiva che ha portato a duri scontri e a centinaia di feriti. E il Presidente è stato il primo a denunciare la repressione della polizia. Di quel che accade a Bucarest, quel che sorprende, è la partecipazione attiva di tanti romeni che negli anni hanno dovuto lasciare il Paese in cerca di lavoro. Sono stati i primi a raccogliere l’invito di scendere in piazza, sono rientrati apposta per partecipare alla protesta. Per due sere consecutive, nella capitale romena,nella centrale piazza Victoriei i manifestanti hanno urlato in coro la loro determinazione, chiesto un cambiamento profondo della politica, una vera rivoluzione culturale.  Intanto, dopo la presa di posizione del presidente Yohannis contro le violenze della polizia, lo scontro istituzionale si acutizza.

Dai dimostranti, a Bucarest come in tante altre città, si alza la richiesta di dimissioni del governo. Il capo dello Stato è popolare, noto per il suo impegno per una politica pulita, e i romeni lo appoggiano e sono decisi ad andare avanti. Nelle strade, a sognare un futuro migliore, uomini, donne, tanti giovani, molti rappresentanti della “diaspora”, i tanti romeni costretti a lasciare il Paese. A guidare quella che viene chiamata ormai la “Midan romena”è la generazione dei quarantacinquenni. Furono loro, da ragazzi, a lottare contro il regime di allora, contro la dittatura di Ceausehsku. Come il cantante e regista Tudor Chirila. Ma simbolo indiscusso  di questi caldi giorni di Bucarest è Laura Kovesi, donna coraggiosa che fino a luglio era a capo del Direttorato Anticorruzione. Il suo impegno non piaceva al governo, puntava dritto alle responsabilità della corruzione dilagante, è stata silurata dal ministro della giustzia Toad. Laura Kovesi voleva combattere la tangentopoli del suo Paese. Il suo impegno ora è bandiera della “Maidan romena”.

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