Di giorno giardiniere, di notte serial killer di omosessuali nella 'gaya Toronto'
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Di giorno giardiniere, di notte serial killer di omosessuali nella 'gaya Toronto'

Bruce McArthur uccideva e smembrava le sue vittime, nascondendone i resti in giardini e fioriere. Cinque gli omicidi di cui è accusato, ma il numero dei morti sarebbe molto più alto

Bruce McArthur
Bruce McArthur
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Diego Minuti Modifica articolo

30 Gennaio 2018 - 09.41


ATF

Tutti coloro per i quali aveva prestato la sua opera, negli anni, come giardiniere-paesaggista descrivono, anche oggi, Bruce McArthur come un grande lavoratore, puntualissimo e con una grande cura e rispetto verso piante e fiori. Ma, se di giorno accudiva ad alberi, siepi e fiori, di notte si trasformava andando a caccia di gay, per ucciderli e farne a pezzi i corpi.
”Si, è un serial killer”, ha detto davanti alle telecamere Hank Idsinga, agente investigativo della polizia di Toronto, spiegando l’evoluzione di una indagine che potrebbe non essere affatto finita perché McArthur è sicuramente colpevole di due omicidi, è accusato di altri tre, ma c’è il sospetto che possa essere direttamente responsabile delle sparizioni di molti omosessuali e non solo di Toronto.
McArthur, che ha sessant’anni, è stato arrestato il 18 gennaio con l’accusa di avere ucciso Selim Esen e Sndrew Kinsman, che frequentavano il quartiere gay di Toronto, tra le vie Wellesley e Church, e di cui non c’erano notizie da mesi.
Ora l’uomo è stato accusato di altri tre omicidi, sempre contro gay: quelli di Majeed Kayan, 58 anni, scomparso nel 2012; di Sorouh Mahmudi, 50 anni, sparito nel 2015, e di Dean Lisowick, 47 anni, un senza tetto visto per l’ultima volta tra il maggio del 2016 e il luglio del 2017, ma non ancora dichiarato ufficiamente scomparso.
Ma la polizia teme che il territorio di caccia di Bruce McArthur non fosse solamente il quartiere gay di Toronto (una città dove la comunità omosessuale è il motore di decine e decine di eventi e manifestazioni, che ne fanno la meta di decine di migliaia di turisti da tutto il mondo) , ma tutta la regione della metropoli anglofona dell’Ontario. Cosa che ha allargato di fatto le indagini a tutti i casi di sparizioni di uomini, e non necessariamente conosciuti come omosessuali, negli ultimi anni.
Una situazione di incertezza che ha indotto il detective Idsinga a essere molto, forse troppo sincero: ”Pensiamo che ci siano altre vittime e non ho idea di quante altre ce ne potrebbero essere”.
McArthur era un apprezzato gardiniere-paesaggista. Cosa che gli consentiva di restare solo per parecchio tempo nei giardini che gli venivano affidati e che per lui diventavano una irrinunciabile occasione per liberarsi dei resti smembrati delle sue vittime. In una villa del quartiere di Leaside, in via Mallory Crescent, la polizia ha trovato resti umani in tre fioriere, che ora si cercherà di identificare a chi appartengano. . Una ricerca che è stata estesa a tutti i giardini dove McArthur ha prestato la sua opera e che potrebbero essere una trentina. In qualche caso l’azione della polizia è stata molto decisa, al limite della brutalità, per evitare che le prove delle azioni del cacciatore di gay potessere andare perdute. Ne sa qualcosa una coppia, i Fraser, che a McArthur avevano affidato la cura del giardino, concedendogli anche la possibilità di lasciare, nel loro capanno degli attrezzi, anche i suoi che verranno sottoposti ad accurati esami per cercare eventali tracce di sangue. Gli agenti si sono presentati a casa dei Fraser dando loro appena venti minuti per andare via, prima di perquisire da cima a fondo il giardino a caccia di resti umani.
Ma, se da un lato la comunità gay di Toronto sembra tirare un sospiro di sollievo, dall’altra sta scoppiando una forte polemica sull’operato della Polizia. Perché lo scorso anno la comunità gay aveva lanciato l’allarme su una mezza dozzina di misteriose sparizioni a partire dal 2010. Una accusa che la polizia ha respinto, ma non ha certo placato la rabbia dei gay. Mohammad Khaki abita nel quartiere gay torontino e e, pur dicendosi sollevato dall’arresto di McArthur, non può trattenersi dal formulare una domanda: ”perchè la polizia ha impiegato tanto tempo?”. Quasi a dire, chissà se qualcuna delle vittime di McArthur poteva essere salvata se la polizia si fosse mossa per tempo.

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