Un telegramma segreto riscrive la storia di Tiananmen: i morti furono diecimila
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Un telegramma segreto riscrive la storia di Tiananmen: i morti furono diecimila

Lo scrisse, in una comunicazione criptata a Londra, l'allora ambasciatore britannico a Pechino, citando fonti vicine ai vertici cinesi

Carriarmati su piazza Tiananmen
Carriarmati su piazza Tiananmen
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24 Dicembre 2017 - 09.54


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A Tiananmen, nel 1989, la repressione del governo cinese provocò diecimila morti. La stima, fatta nelle ore successive al massacro, fu dell’allora ambasciatore britannico a Pechino, Alan Donald, che ne fece oggetto di un telegramma riservato a Londra. 
“La stima minima è di 10.000 morti civili”, scrisse Donald, in un telegramma segreto inviato a Londra e che ora è venuto alla luce grazie all’Afp.
Il telegramma porta la data del 5 giugno 1989, il giorno dopo il massacro, ed il bilancio delle vittime è di quasi dieci volte superiore alle stime comunemente accettate all’epoca e che in genere riportavano un numero di morti che variava da diverse centinaia a più di mille. 
Ma la valutazione britannica è considerata credibile dal sinologo francese Jean-Pierre Cabestan, il quale ricorda che i documenti declassificati negli ultimi anni negli Stati Uniti hanno avuto lo stesso ordine di grandezza. “Sono due fonti piuttosto indipendenti che dicono la stessa cosa.”
Il rapporto dell’ambasciatore britannico “non stupisce considerando chi c’era a Pechino, il numero di persone mobilitate” contro il governo cinese, dice Cabestan, della Hong Kong Baptist University, che si trovava nella capitale cinese nei giorni precedenti alla repressione.
Il telegramma di Alan Donald fornisce una terrificante testimonianza della violenza scatenata nella notte del 3-4 giugno, quando l’esercito entrò a Pechino per porre fine a sette settimane di proteste sulla grande piazza Tiananmen, cuore simbolico del potere comunista.
Durante la loro avanzata, “i blindati di trasporto truppe della 27a Armata hanno aperto il fuoco sulla folla (…) prima di lanciarsi” sugli studenti, scrive l’ambasciatore, che cita come fonte una persona il cui nome è tenuto riservato, ma che aveva ottenuto le sue informazioni da un “amico intimo, attualmente membro del Consiglio di Stato”, il governo cinese.
Una volta che i soldati arrivarono a Tiananmen gli studenti avevano capito di ”avere un’ora per evacuare, ma dopo soli cinque minuti i carri armati hanno attaccato”, riferisce Alan Donald. I manifestanti “sono stati fatti a pezzi”.
Il regime cinese aveva dichiarato a fine giugno 1989 che la repressione delle “rivolte controrivoluzionarie” aveva ucciso 200 civili e “diverse decine” dalla parte della polizia

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