Puigdemont: "Mi spetta la presidenza, fatemi tornare"
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Puigdemont: "Mi spetta la presidenza, fatemi tornare"

Il leader catalano: "Se non mi viene permesso di insediarmi come presidente sarà una grande anomalia per il sistema democratico spagnolo"

Carles Puigdemont
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23 Dicembre 2017 - 17.05


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Carles Puigdemont, leader separatista catalano ed ex governatore della Catalogna, vuole essere il nuovo presidente della regione e invita il governo spagnolo a permettergli di tornare in Spagna in tempo per la seduta inaugurale del nuovo Parlamento catalano, prevista entro il 23 gennaio. Lo ha detto lui stesso in un’intervista a Reuters. Su Puigdemont, che è stato il presidente della Generalitat di Catalogna fino a ottobre, in Spagna pende un mandato d’arresto per il suo ruolo nell’organizzazione del referendum illegale dello scorso 1° ottobre sull’indipendenza della Catalogna, e attualmente si trova in esilio auto-imposto in Belgio.

Quando gli è stato chiesto se tornerà in tempo per l’insediamento del nuovo Parlamento regionale, che avverrà al più tardi il 23 gennaio, Puigdemont ha risposto così: “Sarebbe naturale. Se non mi viene permesso di insediarmi come presidente sarà una grande anomalia per il sistema democratico spagnolo”. E poi ha aggiunto: “Sono il presidente del governo regionale e resterò il presidente se lo Stato spagnolo rispetta i risultati del voto”.

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Il presidente catalano destituito Carles Puigdemont ha soppesato i pro e i contro di un rientro in Spagna, dove rischia di essere arrestato dopo la vittoria del campo indipendentista nelle elezioni della Catalogna. Alla domanda “Puigdemont è disposto a rientrare?” uno dei suoi avvocati a Bruxelles ha risposto: “In linea di principio sì, ma il mio consiglio è di valutare la situazione perché nel momento in cui rientrasse, sarebbe arrestato”.
Puigdemont è ricercato in Spagna in seguito alla proclamazione d’indipendenza della Repubblica catalana. “Bisognerà vedere se ne vale la pena”, ha detto ancora Jaume Alfonso-Cuevillas a Catalunya Radio. “Studieremo tutti gli scenari”, ha confermato la direttrice della campagna del partito di Puigdemont, interpellata dalla radio Rac1.

Puigdemont twitta dopo trionfo Barça: La miglior settimana da tempo. “Terminiamo la migliore settimana da molto tempo con una gioia sportiva, e pensando anche a come sarebbe piaciuto a Quim, a Oriol e ai Jordis”. Così su Twitter l’ex governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, dopo il trionfo del FC Barcelona sul Real Madrid nel ‘Clasico’ che si è disputato oggi al Bernabeu a Madrid. L’espressione “la migliore settimana da molto tempo”, tuttavia, sembra riferirsi anche all’esito delle elezioni catalane del 21 dicembre, in cui gli indipendentisti hanno ottenuto la maggioranza in Parlamento anche se primo partito è risultato essere Ciudadanos.

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Quim, Oriol e i Jordis, a cui fa riferimento Puigdemont nel tweet, sono Joaquim Forn, Oriol Junqueras, Jordi Cuixart e Jordi Sanchez, in prigione perché accusati di ribellione e sedizione in relazione all’organizzazione del referendum del 1° ottobre sull’indipendenza della Catalogna, dichiarato illegale dalla Corte costituzionale e osteggiato dal governo centrale di Madrid.

Il filosofo Savater: Questi nazionalisti sono fanatici, vivono in un mondo a parte. “Per un po’ in Spagna si diceva che questa fosse gente ingannata dai propri politici, ma non e’ piu’ cosi’: sono dei fanatici, inutile girarci attorno. Quindi non cambiano idea davanti a nulla, neanche davanti ai fallimenti. D’altronde guardano la loro tv, vanno nella loro scuola dove imparano la versione nazionalista della storia. Si sono abituati in sostanza a vivere in un mondo a parte”. Questo il giudizio sugli indipendentisti catalani del filosofo Fernando Savater, intervistato da La Stampa. Ma, aggiunge, anche la Spagna ha colpe: “La principale e’ aver lasciato fare per molti anni”. Rajoy e’ intervenuto applicando l’articolo 155 con la sospensione dell’autonomia, “si e’ trattato – a suo avviso – di un provvedimento giusto ma molto tardivo. Il Partito Popolare e’ stato troppo debole, non e’ intervenuto nelle due macchine della propaganda principali: la televisione pubblica e la scuola”. Ma ora questa sconfitta di Rajoy avra’ ripercussioni nazionali: “La vittoria clamorosa di Ciudadanos ha dimostrato che esiste una domanda elettorale non nazionalista che cerca un’offerta all’altezza. Un partito piu’ giovane e dinamico che dia risposte chiare. Albert Rivera in questo senso e’ un leader interessante, un Macron spagnolo, il futuro politico passa da lui. Il successo di Ine’s Arrimadas ha dimostrato che Ciudadanos non ha un solo volto”. 

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