L'accusa di Puigdemont: fascismo in Spagna, uno Stato che fa paura
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L'accusa di Puigdemont: fascismo in Spagna, uno Stato che fa paura

Il deposto presidente della Catalogna è stato acclamato dai 200 sindaci indipendentisti riuniti a Bruxelles

Puigdemont e i sindaci indipendentisti
Puigdemont e i sindaci indipendentisti
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7 Novembre 2017 - 19.46


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Un’accusa durissima: la Spagna “è uno Stato che fa paura”. Lo ha detto il presidente deposto catalano, Carles Puigdemont, parlando di “fascismo” e di “colpo di Stato contro un governo legittimo”. Puigdemont, acclamato dai 200 sindaci indipendentisti riuniti a Bruxelles, ha anche denunciato che “i nostri colleghi in carcere sono stati maltrattati e Madrid dovrà risponderne”.
Vogliamo costruire un nuovo Paese dove non avremo paura di parlare – ha detto ancora Puigdemont – Non rinunceremo mai a questo ideale,  è l’unico modo in cui una nazione come la Catalogna può essere e avere un futuro”. Il leader catalano ha quindi invitato le istituzioni europee “a rispettare il risultato” che uscirà dalle urne il 21 dicembre. “Juncker e Tajani – ha aggiunto – è questa l’Europa che volete? Continuerete ad aiutare Rajoy in questo colpo di Stato?”.
Presenti in prima fila al centro culturale Bozar anche diversi membri del partito nazionalista fiammingo N-Va, che Puigdemont ha ringraziato pubblicamente per il sostegno. Alla fine del suo discorso, punteggiato da applausi e acclamazioni, tutta la sala si e’ alzata in piedi per cantare a squarciagola l’inno catalano.

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