Giro di vite in Australia: sarà più difficile l'immigrazione qualificata
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Giro di vite in Australia: sarà più difficile l'immigrazione qualificata

Il governo ha imposto una serie di vincoli per i lavori stranieri richiesti dalle aziende. Gli studiosi: così a rischio la crescita economica

Il parlamento australiano
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9 Agosto 2017 - 10.51


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Non si tratta di clandestini o rifugiati. Si tratta di immigrazione qualificata. Ma il giro di vite di recente annunciato dal governo australiano sui visti temporanei e di immigrazione qualificata è molto più drastico di quanto finora creduto, con un taglio stimato di oltre 55 mila posti, circa un quarto del totale.
Un rapporto dell’Australian Population Research Council calcola che il numero di visti permanenti sponsorizzati da datori di lavoro crollerà di almeno due terzi, mentre i visti temporanei di immigrazione qualificata (i cossidetti 457) si ridurranno di circa metà. Inoltre i cambiamenti da marzo 2018 renderanno più difficile agli studenti stranieri di restare nel paese dopo gli studi.
Il rapporto ‘457 Visa Reset: Tougher Than You Think’ afferma che «il reset dei visti imposto dal governo abbatte le due colonne della passata politica di immigrazione: incoraggiare i datori di lavoro a reclutare tutti i lavoratori stranieri qualificati e temporanei che desiderano, e poi di facilitarne la transizione alla residenza permanente grazie alla sponsorizzazione».
In maggio il governo federale ha tagliato il numero di professioni idonee per la sponsorship da parte di datori di lavoro di un terzo fino a 435, ha alzato il requisito di conoscenza dell’inglese fino al livello ‘accademico’ e ha annunciato la sostituzione del visto 457 con un nuovo visto temporaneo per qualifiche ‘carenti in Australia’.
Inoltre i datori di lavoro saranno meno interessati a sponsorizzare, sostiene il rapporto. «Dovranno pagare costi addizionali per i visti e per l’addestramento e dovranno dimostrare che le qualifiche richieste non sono disponibili in Australia». Dal canto suo il Business Council of Australia avverte che «qualsiasi cambiamento che riduce la componente qualificata del programma di immigrazione rischia di compromettere la crescita economica»..

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