Gli Usa contro il consiglio dei diritti umani dell'Onu: accusa Israele e difende l'Iran
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Gli Usa contro il consiglio dei diritti umani dell'Onu: accusa Israele e difende l'Iran

Nikki Haley rilancia la linea oltranzista di Trump: Teheran ha una storia orrenda e nessuno dice nulla

L'ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Nikki Haley
L'ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Nikki Haley
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6 Giugno 2017 - 17.33


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Difesa a spada tratta di Israele sempre e comunque. E questo nonostante ci sia, dentro Israele stesso, una significativa parte della società civile che considera assurde e arroganti le scelte oltranziste del governo di destra espressione dei falchi: l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha dichiarato che è “difficile accettare” che il Consiglio per i diritti umani abbia approvato delle risoluzioni contro Israele, un alleato di Washington, ma che non le abbia mai prese in considerazione per il Venezuela o l’Iran; per questo “gli Stati Uniti stanno guardando con attenzione a questo Consiglio e alla nostra partecipazione. C’è spazio per un significativo rafforzamento”.
Haley, nel suo primo discorso davanti al Consiglio, a Ginevra, ha detto che non è stato fatto abbastanza per criticare l’Iran, “un Paese con una storia orrenda sui diritti umani”. “Essere un membro di questo Consiglio è un privilegio e a nessun Paese che viola i diritti umani dovrebbe essere consentito di avere un posto a questo tavolo”.
“È difficile accettare che questo Consiglio non abbia mai considerato una risoluzione sul Venezuela, adottando invece cinque risoluzioni faziose, a marzo, contro un singolo Paese, Israele. È essenziale che questo Consiglio (composto da 47 membri eletti per un mandato triennale, ndr) affronti il suo cronico pregiudizio contro Israele per avere credibilità”.
Haley ha denunciato il “rapido peggioramento delle situazione dei diritti umani” in Venezuela e ha dichiarato che il Paese sudamericano dovrebbe lasciare il Consiglio per i diritti umani dell’Onu, dopo che la repressione delle manifestazioni contro il presidente, iniziate ad aprile, ha provocato la morte di 65 persone. Se il governo di Caracas non intende prendere dei provvedimenti per fermare le violazioni, “dovrebbe volontariamente ritirarsi dal Consiglio dei diritti dell’uomo finché non avrà riportato l’ordine” nel Paese.

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