I senatori a Trump: se ha registrato i colloqui con il capo dell'Fbi li consegni
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I senatori a Trump: se ha registrato i colloqui con il capo dell'Fbi li consegni

E i democratici insistono: procuratore speciale per l'inchiesta sui rapporti tra lo staff di Trump e la Russia

Donald Trump
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15 Maggio 2017 - 10.20


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Ormai siamo agli avvertimenti in stile mafioso e ai ricatti palesi. Una brutta deriva per gli States, così un gruppo di importanti senatori, sia democratici che repubblicani, ha esortato Donald Trump a consegnare le registrazioni dei suoi colloqui con James Comey, se effettivamente queste esistono, come ha suggerito nel suo tweet dei giorni scorsi. “Se esistono registrazioni di queste conversazioni, devono essere consegnate”, ha dichiarato, intervistato dalla Nbc, Lindesy Graham.
La richiesta è stata avanzata anche dai democratici che sono intervenuti negli show politici della domenica, insieme alla ribadita richiesta che venga nominato un procuratore speciale per gestire l’inchiesta sui rapporti tra lo staff di Trump e la Russia che secondo molti è all’origine del licenziamento di James Comey. E il leader dei democratici al Senato, Chuck Schumer, ha minacciato di bloccare la conferma del nuovo candidato a guidare il bureau se prima il dipartimento di Giustizia non nominerà un procuratore indipendente.
“Credo che vi siano molti democratici che la pensano così”, ha spiegato intervistato dalla Cnn. Ma i repubblicani non sembrano essere per nulla convinti della necessità di nominare uno ‘special prosecutor’: lo stesso Graham, che spesso in questi mesi ha assunto posizioni critiche nei confronti del presidente, ha sottolineato che “questa non è un’inchiesta penale, non vedo la necessità di una commissione speciale, per il momento”.
Le dichiarazioni degli esponenti del Congresso sono arrivate mentre un sondaggio mostrava che solo il 29% degli americani approva la decisione del presidente di licenziare il capo dell’Fbi. Secondo un sondaggio Nbc News/Wall Street Journal il 38% la disapprova, mentre un altro 32% afferma di non avere un’opinione in merito, forse per mancanza di informazioni.
Se infatti si considerano solo le persone che affermano di essere “molto” informate sulla vicenda, il numero di chi disapprova la mossa di Trump sale al 53%, mentre sale, ma di poco, il numero di chi l’appoggia, al 33%.
Il giudizio rimane comunque in un certo modo influenzato dalla posizione politica: il 58% degli elettori repubblicani infatti approva il licenziamento, contro il 66% dei democratici che lo boccia. Ed in generale il tasso di approvazione del presidente scende di un punto rispetto allo stesso rilevamento di un mese fa, arrivando al 39%.

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