Erdogan imbavaglia anche la cultura: chiusi teatri e centri culturali curdi
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Erdogan imbavaglia anche la cultura: chiusi teatri e centri culturali curdi

Nel fine settimana un blitz della polizia contro 370 associazioni attive nel paese

Attori del teatro Seyr-i Mesel
Attori del teatro Seyr-i Mesel
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14 Novembre 2016 - 11.06


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Non c’è più limite, anche grazie all’Europa timida, alle incertezza americane (in attesa dell’incognita Trump) e alla politica dei due forni di Putin, che dopo aver denunciato i traffici di Erdogan con l’Isis e dopo la crisi del mig abbattuto, ora tende la mano al Sultano.
Così le autorità turche hanno sospeso le attività di centinaia di organizzazioni non governative, tra cui molti centri culturali, in tutto il paese e soprattutto nella regione curda.
Tra le strutture chiuse l’Unione curda degli scrittori. “Siamo stati la prima associazione ad avere la parola ‘curda’ nel suo nome, quando l’abbiamo fondata nel 2004,” ha detto il presidente Yildiz Cakar. “All’epoca siamo stati arrestati, ma siamo riusciti ad andare avanti. Ora, 12 anni più tardi, le autorità turche hanno trovato una scusa per interrompere le nostre attività “.
Ma l’Unione degli scrittori turchi, come detto, è solo una delle centinaia di associazioni civiche e non governative finite nel mirino. La polizia ha fatto chiudere tutto senza dare alcuna spiegazione, ma solo facendo riferimento allo di emergenza in vigore dal 15 luglio, giorno del fallito tentativo di colpo di Stato.
Decine di centri culturali curdi, corsi di lingua, gruppi per i diritti delle donne, organizzazioni a tutela dei bambini contro gli abusi, enti di beneficenza e teatri sono stati chiusi. Nel fine settimana, durante un vero e proprio raid, la polizia si è presentata in 370 indirizzi confiscando computer e documenti,
Tra le vittime “privilegiate” anche il gruppo con sede a Istanbul “Seyr-i Mesel” ossia un teatro che produce e mette in scena opere teatrali in lingua curda. L’attore Ibrahim Turgay ha raccontato: “Stavamo preparando il teatrale di mettere in scena il prossimo anno e ci hanno fermati. Hanno sempre cercato di ostacolare il teatro curdo. Non voglino lasciare spazio sociale alla minoranza curda”.

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La repressione continua. Pochi protestano.

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