L'addio di Obama all'Onu: davanti a voi per l'ultima volta
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L'addio di Obama all'Onu: davanti a voi per l'ultima volta

Attacca Putin: 'cerca gloria usando la forza". L'appello: 'fare di più per aiutare i rifugiati'. In 50 paesi raddoppierà il numero dei profughi accolti: 360mila il prossimo anno.

L'addio di Obama all'Onu: davanti a voi per l'ultima volta
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20 Settembre 2016 - 18.22


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“Sono davanti a voi per l’ultima volta”. Obama per l’ultima volta davanti all’Assembea Onu si lascia andare e parla di tutti i temi caldi: dai rifugiati alla globalizzazione. E si toglie anche qualche sassolino. Dopo l’accusa di Ban Ki-moon contro Assad (nessuno in Siria ha ucciso tanto quanto lui) il presidente Usa si scaglia contro Putin: “La Russia sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza”, ha affermato il presidente americano, Barack Obama, all’Assemblea generale dell’Onu. Ma il mondo – ha aggiunto – è troppo piccolo per far risorgere “le vecchie mentalità”.

Il presidente uscente annuncia un accordo concluso, che peserà anche in Europa: “Le oltre cinquanta nazioni che partecipano al Summit sui rifugiati il prossimo anno raddoppieranno l’accoglienza dei profughi, arrivando ad aprire le porte a 360 mila persone”.

Isis. “Lo abbiamo visto in medio oriente, dove i leader perseguono gli oppositori politici o le minoranze. E questo ha aiutato a far crescere l’Isis”. “Respingere qualsiasi forma di fondamentalismo o razzismo, inconciliabile con la modernità” ha detto Obama.

Corea del Nord. La Corea del Nord è una “terra desolata”, ha affermato Obama. “C’è un forte contrasto fra il successo della corea del Sud e la terra desolata della Corea del Nord, che mostra come l’economia controllata dalla stato è una strada senza uscita”.

Correggere la globalizzazione. Il presidente ha anche lanciato un appello a “correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi”, ha detto.  Bisogna “lottare contro le disuguaglianze e colmare il divario tra i più agiati e i meno abbienti”, ha affermato davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. “Per me – ha aggiunto – questa non è beneficenza. “Dobbiamo agire in modo ambizioso altrimenti le conseguenze saranno amare”, ha sottolineato.
“La risposta non può essere un semplice rifiuto dell’integrazione globale ma lavorare affinché gli scarti siano colmati e risolti”, ha spiegato. “Dopo la fine della Guerra Fredda possiamo dire che il mondo è più prospero che mai, ma le nostre società vivono nell’incertezza. Vorrei suggerire di proseguire e non tornare indietro a un mondo diviso. Per quanto imperfetti diritti umani, internazionali, democrazia, libero scambio, rimangono le basi per il progresso umano. Non mi sto basando su teorie ma su fatti reali che spesso dimentichiamo”, ha detto Obama che ha parlato anche dei vantaggi che globalizzazione e capitalismo hanno portato in molti Paesi.
“Un mondo in cui l’1% dell’umanità controlla una ricchezza pari al 99% non è uguaglianza. Capisco che è sempre esistito il divario tra ricchi e poveri” ma ora “si è acuito” e “la tecnologia permette di vedere il contrasto per cui la persone hanno maggiore percezione delle ingiustizie e chiedono ai governo di fare qualcosa. Le economie funzionano meglio se si riduce il gap tra i salari, tra ricchi e poveri. L’obiettivo non è punire i ricchi ma rendere più equa la società e prevenire nuove crisi”. Infine, ha concluso Obama “dobbiamo rifiutare qualsiasi forma di fondamentalismo, qualsiasi credenza di superiorità etnica”, dobbiamo invece “rispettare tutti gli esseri umani”.
Correzione di rotta. “Per andare avanti, dobbiamo riconoscere i risultati raggiunti” e “non abbandonare i  principi di governance responsabile e i diritti umani che restano le fondamenta del progresso umano in questo secolo”; ma “c’è bisogno anche di una correzione di rotta”. Nel suo ultimo discorso Obama, ha invitato a riconoscere “i risultati raggiunti dal progresso per aumentare la fiducia nelle istituzioni”. Ma ha sottolineato anche che “per andare avanti dobbiamo riconoscere che il percorso attuale richiede anche una correzione di rotta: troppo spesso coloro che lodano la globalizzazione dimenticano le diseguaglianze” che questa ha creato.

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Migranti. Obama ha usato il suo ultimo discorso da presidente Usa davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per fare pressione affinché vengano aiutati di più “i rifugiati disperati nel trovare una casa”. Secondo il commander in chief, “ci sono tante nazioni che stanno facendo la cosa giusta ma molte nazioni, specialmente quelle benedette dalla loro ricchezza e dalla loro posizione geografica, devono fare di più” sottolineando che questo non solo è dettato da un imperativo etico ma anche dalle ragioni di sicurezza nazionale. “Aiutare chi ha bisogno ci rende più sicuri”.

Nel pensare ai milioni di persone costrette da violenze, guerre, catastrofi ambientali a lasciare le proprio case, si deve “pensare a quello che faremmo se succedesse a noi, a nostri figli”, ha aggiunto Obama citando le ragioni di chi dice che i “rifugiati devono fare di più per adeguarsi agli usi e costumi dei Paesi ospitanti”.
“Dobbiamo respingere qualsiasi forma di fondamentalismo, di razzismo e qualsiasi idea secondo cui esiste una superiorità etnica. Dobbiamo sposare la tolleranza che risulta dal rispetto per tutti gli esseri umani”. “La nostra comunità internazionale deve continuare a lavorare con quelli che cercano di costruire, invece di distruggere”.
“No agli uomini forti e a modelli di società guidate dall’alto – ha continuato Obama – La democrazia resta il vero percorso da compiere. C’è un crescente conflitto tra liberalismo e autoritarismo”; il modello statunitense non è l’unico giusto, ma “sarò sempre dalla parte del liberalismo contro l’autoritarismo”, ha detto Obama. “Credo che la vera democrazia rimanga la migliore strada” da intraprendere, ha aggiunto.
“Il mondo oggi si trova davanti a una scelta: o andare avanti o tornare indietro. E noi dobbiamo andare avanti”, ha scandito sottolineando la necessità di rafforzare la fiducia dei popoli. Perché “è più difficile governare se la gente perde la fiducia”.

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