Dopo il voto di sfiducia Corbyn sfida il Labour e ribadisce: non mi dimetto
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Dopo il voto di sfiducia Corbyn sfida il Labour e ribadisce: non mi dimetto

L'80% del suo gruppo parlamentare rifiuta la sua leadership. Ma lui si appella alla base degli iscritti: non li tradirò.

Jeremy Corbyn
Jeremy Corbyn
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28 Giugno 2016 - 18.36


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Jeremy Corbyn lo ribadisce dopo averlo già detto a gran voce nei giorni scorsi: non intende dimettersi da leader del Partito Laburista britannico. Non lascerà l’incarico nenanche dopo il voto di sfiducia dell’80% del suo gruppo parlamentare e si appella alla base degli iscritti che lo ha eletto nove mesi fa.

Per un ricambio dei vertici del partito si sono espressi 172 ‘Member of Parliament’ e solo 40 si sono detti contrari. Corbyn come prima reazione ha indicato che non intende dimettersi
Lo ha ribadito lui stesso, affermando che facendosi da parte “tradirebbe” il mandato ricevuto dalla base a larga maggioranza.

La responsabilità. Alla guida del Labour dal 2015, Corbyn viene considerato uno dei maggior responsabili della vittoria del Leave al referendum della scorsa settimana per avere condotto una campagna troppo tiepida a favore della permanenza nella Ue. Molte delle aree tradizionalmente laburiste hanno infatti votato a favore della Brexit. La mozione di sfiducia è stata presentata venerdì scorso dopo l’esito del referendum che ha tra l’altro indotto alle dimissioni molti dei componenti del ‘Governo-ombra’ laburista. Secondo quanto riportano i media, i capi-gruppo
Labour al Parlamento, Rosie Winterton e John Cryer si stanno recando da Corbyn per notificargli la sfiducia

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