Indipendentemente dal nuovo braccio di ferro che sordamente ha ricominciato a svolgersi intorno alle sanzioni commerciali contro la Russia, un primo strappo sembra potersi verificare nella più piccole repubblica d’Europa: le forniture di formaggi e prodotti a base di carne di alta qualità con direzione Mosca partiranno dalla Repubblica di San Marino, piccolo Stato risparmiato dall’embargo agroalimentare . Lo scrive la “Rossiyskaya Gazeta”, secondo la quale un accordo in questo senso potrebbe essere firmato in queste ore in occasione del Forum Economico Internazionale dei Paesi della CSI, cui sarà presente il ministro dello Sviluppo regionale e della Cooperazione economica internazionale di San Marino, Antonella Mularoni.
Il piccolo Stato europeo non è stato colpito dall’embargo agroalimentare di Mosca in risposta alle sanzioni della UE, e pertanto potrebbe esportare in Russia diversi prodotti in Europa, come prodotti caseari e carne.Presumibilmente da San Marino verranno consegnati diversi prodotti realizzati in Europa e finiti sotto embargo nell’ultimo anno e mezzo, in particolare prodotti a base di carne realizzati con tecnologie simili a quelle del famoso prosciutto spagnolo, così come formaggi a pasta dura, compreso il parmigiano.
Nell’agosto 2014 la Russia ha introdotto e poi esteso nel 2015 per un altro anno il divieto di importazione di una serie di prodotti alimentari provenienti dai Paesi che a loro volta avevano imposto sanzioni, ossia Stati Uniti, Paesi dell’Unione Europea, Canada, Australia e Norvegia. Nella lista dei prodotti vietati sono inclusi carne di manzo, maiale, pollame, pesce, verdure, frutta, formaggi e latticini. In conseguenza di questa guerra commerciale i Paesi dell’Unione hanno subito perdite per molte centinaia di milioni di euro, ma nonostante gli appelli di produttori ed esportatori la burocrazia di Bruxelles sembra intenzionata a continuare questa guerra suicida, e nei giorni scorsi si è rivolta perfino alle Nazioni Unite perché adottino misure restrittive nei confronti di Mosca a seguito della riunificazione della Crimea con la Russia.
In risposta a questa iniziativa l’addetto stampa del presidente russo Dmitry Peskov ha sottolineato che Crimea appartiene alla Federazione Russa e Mosca non ha intenzione di discutere o trattare le sue regioni. Peskov esorta tutti al “rispetto assoluto” nel giudicare la volontà degli abitanti della Crimea , espressa due anni fa con un referendum.”La Crimea non è oggetto di discussione, e in questo caso, ovviamente, non si tratta di questione che possa essere trattata o discussa tramite contatti internazionali”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin. Nel referendum del 16 marzo 2014 la maggior parte degli abitanti della penisola ha votato a favore della riunificazione con la Russia.
Fonte: RIA Novosti