“Le politiche di Austria e Ungheria stanno trasformando la Grecia in un gigantesco campo profughi – denuncia il vice ministro dell’Istruzione di Atene, Sia Anagnostoipoulou – ma noi cosa dovremmo fare, solo ripescare persone che annegano nel Mar Egeo? Invece di fare un piano, l’Unione nasconde la testa sotto la sabbia … l’Europa si sta disfacendo”.
Lo sfogo riflette perfettamente la folle situazione in atto: ormai il Paese scoppia ed a toccato il massimo delle sua capacità di accoglienza. Migliaia di migranti dormono sugli autobus, nelle isole del Mar Egeo i traghetti vengono utilizzati come rifugi galleggianti e migliaia di profughi si trovano bloccati in condizioni sempre più disperate seguenti chiusura delle frontiere nei paesi verso Nord.
Le compagnie di navigazione e le autorità delle isole sono state incaricate di limitare il numero di migranti che viaggiano in traghetto per la terraferma, migliaia di persone dormono nei parchi e lungo le autostrade del Paese . Ad Atene, i migranti hanno organizzato proteste pacifiche, bloccando brevemente il traffico al porto principale del Pireo, mentre centinaia sono usciti di un campo di transito e si muovono in tram o a piedi per unirsi agli altri nel porto.
Governo e gruppi di assistenza tamponano l’emergenza per come possono: il ministro della Marina Mercantile, Alexis Dritsas dice che fino a due terzi dei migranti che arrivano a Lesbo e altre isole greche saranno trattenuti lì fino a Domenica. “La ragione è che abbiamo bisogno di più tempo per preparare siti supplementari per rifugi temporanei”, ha detto Dritsas – abbiamo a disposizione tre traghetti charter e lii con una capacità di circa 4.000 posti per fornire rifugio temporaneo per i prossimi tre giorni. Ogni giorno circa 2.000 persone – più di metà da Siria e Iraq – arrivano dalla Turchia con gommoni e piccole imbarcazioni, ma i Paesi vicini tengono le frontiere chiuse, venerdì non un singolo migrante aveva attraversato in Macedonia, mentre circa 4.500 persone restavano in attesa in un campo vicino”.
Il campo è quello di Idomeni , dove ormai traboccano i migranti infilati sotto le tende. I rappresentanti delle organizzazioni umanitarie dicono che la situazione nel campo si fa ogni giorno drammatica e tutto si sta complicando : molti migranti che poche settimane fa erano ospitati in campi nella regione di Salonicco e di Policastro, li hanno lasciati e muovono verso il confine macedone.
Intorno alla tendopoli alcuni commercianti hanno fatto sorgere un mercato improvvisato dove si vende verdura e frutta a quanti hanno soldi. Mancano acqua e assistenza sanitaria, e le esigenze di ordine pubbico stanno facendo sorgere un ennesimo muro, quello che si sta erigendo intorno al campo, mentre da un’Europa che appare sempre più lontana continuano a giungere vaghe promesse e nuove polemiche .
A Monaco di Baviera, la cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a sottolineare la necessità di un approccio unificato per affrontare la crisi dei migranti,ed ha aggiunto di sentirsi incoraggiata dal recente dispiegamento di navi della Nato nel Mar Egeo a fianco di quelle dell’agenzia dell’Unione europea Frontex. “La NATO ha iniziato a lavorare in collaborazione con la guardia costiera turca e Frontex anche se è presto per vedere gli effetti di questa misura”. Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg afferma però il contrario ed in in un articolo scrive che le navi forniranno solo un ruolo di supporto: “I vascelli della NATO non faranno il lavoro delle guardie costiere nazionali nel Mar Egeo, l a loro missione è di non fermarsi nè tornare indietro di fronte a coloro che cercano di attraversare lo specchio di mare e dunque questa non è in nessun modo una militarizzazione della risposta alla crisi”.
Fonte: Agenzie