Guerra sporca e false flag: la Turchia sta per invadere la Siria
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Guerra sporca e false flag: la Turchia sta per invadere la Siria

Uno strano kamikaze fa strage ad Ankara. Il governo accusa i kurdi che smentiscono la paternità della strage. Sta partendo la macchina mediatico-bellica per cancellare i kurdi siriani.

Guerra sporca e false flag: la Turchia sta per invadere la Siria
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18 Febbraio 2016 - 16.27


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di Pietro Manigas

La guerra è sempre sporca. E anche in questa fase storica in cui sembra sempre inevitabile, anche invitante, mantiene forme di ferocia e cinismo che fanno riflettere. Lasciando da parte la follia della guerra di Siria dove ognuno dei partecipanti al mini-conflitto mondiale ha motivazioni geostrategiche diverse da quelle dichiarate, assistiamo adesso sbigottiti all’escalation turca riepilogabile in pochi punti.

Erdogan non è proprio un nemico acerrimo dell’Isis. Anzi, più volte è stata denunciata – soprattutto dai kurdi – la strana attività di non-conflitto contro il Califfato. Per Erdogan il nemico da combattere a ogni costo è quello kurdo. Per lui l’ipotesi da cancellare è che si possa creare uno stato kurdo tra Siria e Turchia. Quindi sta usando tutte le armi a disposizione per ottenere quello che ritiene giusto per il suo dominio (insieme con l’alleato saudita) dell’area medio-orientale. Sconfinando in Siria per cielo e per terra, attaccando i kurdi nel nord dell’Iraq. Massacrando civili inermi a Cizre, bombardando i kurdi che lottano contro l’Isis, prendendo per i fondelli l’Occidente che si fida o finge di fidarsi. E che secondo me, sotto sotto, è più interessato a vedere un esercito brutale combattere contro i democratici kurdi che contro i tagliagola del Califfato.

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I fatti di queste ore. Dopo l’esplosione vicino al Parlamento imposta la censura ai media. A tutti trenne che ai giornali governativi che invece stamattina a caldo avevano già nome e fotografia del responsabile. Di quello che Erdogan e co. hanno individuato: un 24enne siriano, definito militante delle Ypg, le unità popolari di difesa curdo siriane, proprio quelle che hanno ripreso Kobane dalle mani dell’Isis e che Ankara bombarda nel silenzio assordante dell’Occidente.

Strana storia. Salih Muslim spiega: “Noi, come Pyd, Ypg e Ypj, non abbiamo nulla a che vedere con l’attacco di Ankara. L’attacco è un tentativo di coprire i fallimenti, interni ed esterni di Erdogan, e di preparare l’invasione della Rojava”. Ma Ankara tira dritto e il premier Davoutoglou: “Sono stati Ypg e Pkk. Ora ci aspettiamo la giusta solidarietà internazionale”. Come dire: non basta più il silenzio occidentale sulle stragi turche contro i kurdi a Cizre. Occorre l’avallo occidentale per invadere la Siria. Un casus belli che somiglia a false flag. Ma è così che si fa la storia della ferocia mondiale.

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Eppure prudenza servirebbe. Per esempio quella del kamikaze non appartiene alle modalità di lotta di Pkk e forze curdosiriane. Modalità che prevedono anche la lotta armata. Somiglia alle modalità del terrorismo dell’Isis. Il tutto mentre sulla testa dei kurdi piovono bombe turche. A Diyarbakir, racconta “Radio Onda d’Urto” che da tempo si occupa della resistenza kurda “…arriva la notizia di circa 200 persone asserragliate in uno scantinato, per sfuggire alla bombe turche. Uno scenario drammaticamente simile a quello di pochi giorni fa a Cizre, dove il blocco imposto dall’esercito ai soccorsi ha causato 145 vittime civili”.

E ora? In queste ore si vedrà. Niente lascia prevedere il meglio, ma solo il peggio che viaggia accanto ai carri armati turchi e siriani, alla logica di una guerra devastante contro gli unici esperimenti di democrazia popolare in quell’area.

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