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Ragazzino palestinese bruciato vivo: condannati due israeliani

Il loro crimine aveva contribuito all'escalation delle violenze che ha portato alla guerra di Gaza. Il mandate ancora in libertà, da stabilire le sue condizioni mentali.

Mohammad Abu Khdeir, rapito e ucciso brutalmente da tre israeliani
Mohammad Abu Khdeir, rapito e ucciso brutalmente da tre israeliani

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30 Novembre 2015 - 19.35


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Un tribunale di Gerusalemme ha condannato due ebrei israeliani colpevoli di aver bruciato vivo un adolescente palestinese, nel 2014, ma ha sospeso il giudizio contro il leader del gruppo. La corte ha stabilito che i tre imputati hanno rapito e ucciso Mohammad Abu Khdeir.

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All’ultimo minuto, il giudice ha deciso di prendersi del tempo per stabilire in quali condizioni mentali fosse Yosef Haim Ben David. Il 20 dicembre si determinerà se questo uomo di 31 anni, considerato come l’istigatore e interprete principale di questo omicidio, è penalmente responsabile.

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Gli avvocati di Ben David, che ha proclamato di essere “il Messia”, affermano che il loro assistito non è penalmente responsabile e hanno atteso gli ultimi giorni per produrre un documento a sostegno delle loro affermazioni. La sentenza è attesa dunque per il 13 gennaio. Una sentenza che non coinvolge solo le famiglie ma si inserisce nella tensione tra palestinesi e israeliani.

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Per il padre di Mohammad Abu Khdeir, Hussein, la battuta d’arresto annunciata dal giudice è un “crimine terribile”. “Il tribunale tratta arabi ed ebrei in un modo diverso” ha commentato in udienza. L’uomo e sua moglie, dal giorno sono costretti a prendere sonniferi per smettere di “pensare a come hanno bruciato” il loro figlio di 16 anni.

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