Chi guadagna sui rifugiati in fuga
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Chi guadagna sui rifugiati in fuga

Un settimanale serbo racconta i mille modi in cui taxisti, conducenti di autobus e negozianti di approfittano della disperazione dei migranti, mentre il governo lascia fare<br><br>

Chi guadagna sui rifugiati in fuga
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redazione Modifica articolo

6 Novembre 2015 - 18.58


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Dietro l’umanità dei suoi cittadini ed il principio della libertà
di movimento – scrive il più famoso settimanale di Serbia – lo Stato ed i suoi funzionari fin dall’inizio della crisi dei rifugiati hanno deciso di non alzare muri e di dirigere invece i migranti che lo attraversano verso le successive frontiere. Ma dietro ai luoghi comuni sulla libertà e l’umanità, che sono facili da propinare a Bruxelles, di fatto ha permesso a molti di lucrare su chi fugge dal Medio Oriente aprendo la strada alla formazione di nuove categorie di profittatori .

Ignorando il crimine organizzato, che si estende da Presevo sulla strada che attraversa la Serbia, lo Stato ha dimostrato qualcosa di opposto all’umanità dei suoi cittadini. Ciascun rifugiato che oggi entra nella valle del Presevo oggi , anche se il suo soggiorno in Serbia e dunque suoi consumi diminuiscono col passare del tempom per riuscire a lasciare il Paese deve lasciare almeno 50 euro a testa, e se si calcola che da qui sono passate almeno 3216 mila persone questo fa un totale di 15,8 milioni di euro, al minimo.

Almeno il 70 per cento di questa somma non potrà passare attraverso il sistema fiscale, e di conseguenza ogni mese il bilancio serbo è danneggiato per almeno 340.000 euro di tasse, mentre quel danaro finisce nelle tasche di profittatori con l’attività non registrate. Senza contare il profitto legalmente acquisito dai negozi sulla rotta dei rifugiati, dalle farmacie che vendono i loro prodotti, da produttori e venditori di stivali di gomma, tende e impermeabili, ogni giorno i migranti fanno girare una quantità di denaro inimmaginabile perla maggior parte delle aziende serbe. Il flusso degli affamati, degli assetati, di uomini esausti nei negozi, negli uffici e negli sportelli di cambio, serve a soddisfare i loro bisogni più necessari prima del trasporto al confine con i vicini europei.

Nell’anno che sta finendo c’è stato chi ha guadagnato più di mezzo milione di euro al mese, organizzando il trasporto dei rifugiati fuori dalle linee regolari e sena documenti fiscali. Alla fonte degli utili ci sono Belgrado, Subotica, Kanjiza, Sid, ma per tutto il tempo anche Presevo nonché, attraverso il quale ogni giorno son transitati dai cinque agli otto mila siriani,
afghani, pakistani esausti dai lunghi giorni di viaggio. I migranti si registrano presso il centro di accoglienza di Presevo, poi devono attraversare tutta la Serbia.

Dal campo in Miratovac, un villaggio vicino a Presevo sul
Confine serbo-macedone, dove i rifugiati si fermano solo brevemente, per via della moschea che sorge nella stessa area, a circa due chilometri di distanza, dove gli autobus
organizzato dall’UNHCR li aspettano, numerosi tassisti si offrono il trasporto. Ma il più delle volte non li portano a Presevo, dove ciascuno di essi deve registrarsi per ottenere la cosiddetta ‘carta bianca’, che permette loro di rimanere sul territorio serbo per tre giorni, ma li conducono a Bujanovac.

Questa corsa costa anche fino a 70 euro, anche se è Presevo è a soli 28 km da Bujanovac. Un treno parte da Bujanovac e raggiunge Sid, ma i tassisti guidano anche fino al confine croato per un prezzo che va dai 400 agli 800 euro. Se, tuttavia, i migranti insistono sulla registrazione e vogliono andare a Presevo, allora di fronte al centro di accoglienza troveranno alcuni stand improvvisati da gente del posto che offrono loro un thè per due euro o la ricarica dei telefoni cellulari per uno, oppure un paio di scarpe usate per dieci euro o un capo di abbigliamento per lo stesso prezzo.

La vera imposta, però, parte da lì. I rifugiati pagano 35 euro a persona i biglietti di autobus per Sid, che a parte
da taxi, fino a poco tempofa era l’unico mezzo di trasporto da
Presevo al confine con la Croazia. E le linee straordinarie organizzate su quella tratta non hanno carattere umanitario e non pagano tasse. Almeno 60 pullman delle aziende di trasporto sono arrivati da tutta la Serbia e viaggiano ogni giorno incassando dagli 800 ai 1.000 euro per tratta, quel profitto non è tassato, anche se l’acquisizione dei passeggeri avviene sotto gli occhi di agenti di polizia.

“Molto consapevole della pressione di masse di persone su questo Comune del sud, il governo serbo non ha deciso
l’introduzione di partenze regolari da Presevo a Sid.
Al contrario, ha tacitamente acconsentito a che profittatori locali facessoro soldi sulla necessità di migliaia di migranti di raggiungere l’ Unione europea non appena possibile. Al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dove Aleksandar Vulin, è coordinatore del gruppo di lavoro sui migranti, dicono
che, in conformità con la legge sull’asilo, tutti i profughi registrati hanno il diritto di soggiornare sul territorio della Serbia e muoversi liberamente entro le 72 ore. Il coordinamento però non include la cura per i rifugiati che non hanno i soldi, anche perché per loro non vi è alcuna forma di trasporto gratuito .

Fonte : Nin

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