Non sparate ai profughi
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Non sparate ai profughi

Si teme l’arrivo di un’altra ondata e ogni Paese si attrezza come può, la Bulgaria avverte i cacciatori della regione di Burgas che nelle macchie potrebbero nascondersi esseri umani<br>

Non sparate ai profughi
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26 Ottobre 2015 - 10.47


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La Macedonia avverte che una nuova ondata di profughi è in arrivo al Medio Oriente sta per rovesciarsi sui Balcani, e le stime fanno temere che in pochi giorni potrebbero arrivare altre 100 mila persone.Tutti i Paesi dell’area stanno tentando in vari modi di prepararsi all’emergenza ed i ministero degli Interni della Bulgaria ha fatto addirittura diramare un avviso ai cacciatori: “State attenti a non colpire per errori profughi che potrebbero nascondersi nell boscaglia”.

Da una parte l’avanzata dell’esercito siriano, dall’altro il timore che presto un accordo fra Turchia ed Unione europea potrebbe far chiudere le porte dell’Occidente pare stiano muovendo masse sempre più imponenti: il presidente turco Erdogan avverte che si sono “chiare indicazioni” in questo senso mentre l’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) si prepara al peggio: in soli cinque giorni sono approdate in Grecia 48.000 persone, ovvero il più alto numero settimanale di arrivi quest’anno. Pochi giorni fa, in ventiquattrore circa 13.000 rifugiati hanno passato il confine meridionale della Macedonia ed in questi giorni ci si attende una nuova ondata di profughi, in arrivo dall’Anatolia.

“Nei prossimi giorni ci aspettiamo anche numero di rifugiati anche maggiore- dice il direttore del campo di accoglienza UNHCR , Lorenzo Leonelli – abbiamo fatto costruire baracche prefabbricate, che sono state adattate per le condizioni invernali, ma ora abbiamo un problema con l’elettricità che si spera vengano risolti in fretta”.

I rappresentanti delle organizzazioni umanitarie non governative dicono che a causa della grande ondata di rifugiati non si potrà arrivare a fornire l’assistenza necessaria, quindi, fanno appello all’aiuto dei cittadini per fornire cibo e coperte. Come si era accennato, anche la Bulgaria teme infiltrazioni massicce e la polizia ha avvertito i cacciatori dell’area vicina al confine sud-orientale con la Turchia a stare estremamente attenti: “Ammoniamo i cacciatori nella regione di Burgas della necessità di prestare la massima attenzione a causa della possibilità di imbattersi in immigrati clandestini durante le battute – fa sapere il segretario capo Vasil Vasilev – ricordiamo loro che non devono sparare a un bersaglio poco chiaro o in direzione di un rumore sentito nella foresta, perché potrebbero essere persone, e se dovessero registrare qualsiasi presenza umana è stato detto loro di fermare immediatamente la caccia e chiamare la polizia”.Sabato scorso, un gruppo di 19 cacciatori fuori, vicino al villaggio di confine di Evrenozovo aveva intercettato un gruppo di circa 50 migranti e li ha consegnati alle autorità. Negli ultimi mesi, la regione sud-orientale intorno a Burgas ha visto un numero crescente di migranti che attraversano illegalmente.

La Slovenia ha dispiegato 650 soldati lungo il confine per aiutare la polizia , ed ministero della Difesa ha detto che questo ha ritardato il previsto insediamento di circa 200 soldati per un’operazione di pace a guida NATO in Kosovo . Perfino un “derby” di calcio è stato annullato perché polizia del paese è così impegnata nella crisi dei migranti da non poter garantire la sicurezza per la partita. La partita tra il Maribor e Olimpija era in programma per sabato e veniva considerata un evento ad alto rischio, che normalmente sarebbe stato seguito da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa per prevenire gli scontri fra tifosi.

Il commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e della cittadinanza Dimitris Avramopoulos ha condanna l’uso delle forze armate per garantire i confini dell’Europa nella gestione della crisi dei rifugiati e annuncia una visita in Slovenia ,dove discuterà la crisi con i funzionari del governo. “Di fronte a noi non abbiamo nemici – dichiara – le forze
armate non sono una soluzione e danno l’impressione sbagliata. Non siamo minacciati da queste persone”.
Il commissario ha anche lanciato un attacco contro i governi nazionali europei per non aver saputo gestire la crisi dei profughi, e si dice “molto deluso”, di azioni degli Stati membri che stanno portando alla “ri-nazionalizzazione” della UE.

La Commissione europea nel frattempo,afferma però in una dichiarazione che gli Stati membri hanno il diritto di determinare quali mezzi usare alle frontiere, e aggiungendo di capire che un possibile uso dell’esercito serve solo a rendere più efficace la distribuzione di aiuti ai rifugiati ed a controllare focolaio di violenza. Secondo la portavoce Mina Andreeva, non vi è alcuna contraddizione tra le dichiarazioni di Avramopoulos e la posizione ufficiale della Commissione: “Noi non vogliamo che si usi la violenza, ma una possibilità contemplata nella legge della UE è quella di schierare forze dell’esercito e della polizia, il che non significa che vengano messe ai confini per esercitare violenza.”

Fonti : Agenzie

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