L’Australia, dopo la Francia e la Gran Bretagna, ha deciso di partecipare ai raid aerei contro Isis anche in Siria, dopo che dallo scorso anno martella le postazioni dello Stato Islamico in Iraq, nell’ambito della coalizione internazionale a guida Usa. Lo ha annunciato il premier Tony Abbott, aggiungendo, dopo le polemiche per la scarsa generosità di Canberra, che l’Australia accoglierà altri 12.000 profughi siriani in aggiunta ai 13.750 rifugiati che già sono ospitati nel Paese.
In particolare il premier ha detto che l’Australia aprirà le porte alle minoranze, cristiani in primis, al momento nei campi profughi in Giordania, Libano e Turchia. Il premier ha chiarito che ha accolto una specifica richiesta degli Usa per partecipare ai raid contro Isis in Siria. Canberra finora ha usato 6 caccia-bombardieri di fabbricazione Usa F-18 e due aerei di sostegno solo per i bombardamenti in Iraq.
La stessa forza si suddividerà i compiti per colpire anche in Siria “Distruggere questo culto della morte è essenziale, non solo per porre fine alla crisi umanitaria in Medio Oriente ma anche per farla finita con la minaccia (rappresentata da Isis, ndr) all’Australia e al mondo”.