Voragine Ucraina: il debito è fuori controllo
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Voragine Ucraina: il debito è fuori controllo

I privati tagliano i loro crediti del 20 per cento ma resta l’enorme peso di un debito fuori controllo, solo quest’anno Kiev ha ottenuto 14 miliardi ed ha ancora bisogno di aiuti.<br>

Voragine Ucraina: il debito è fuori controllo
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31 Agosto 2015 - 12.19


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L’Ucraina si è accordata con i principali creditori privati sulla cancellazione del 20% del suo debito, mentre il consiglio di amministrazione dellaBanca Mondiale ha approvato lo stanziamento di un prestito a Kiev per un importo pari a 500 milioni di dollari, Il ministro dello Sviluppo Economico di Kiev aggiunge che questo permetterà al Paese di ricevere un finanziamento parallelo dal governo del Giappone pari a 300 milioni di dollari, il che dall’inizio dell’anno fa salire a 14 miliardi di dollari l’importo totale dei prestiti stanziati per Kiev, cioè una cifra è superiore ad 1/5 del PIL del Paese dell’ultimo anno. Nello stesso tempo però gli investimenti finanziari dei Paesi occidentali e del Giappone non risolvono i problemi economici strutturali : Anna Koroleva, analista della rivista “Expert” sottolinea che il debito complessivo dell’Ucraina solo sui titoli di stato supera ormai i 18 miliardi di dollari.

Il peso du questo debito senza fondo che fra l’altro continua a crescere rischia di diventare insopportabile per governi e istituzioni finanziarie occidentali, e adesso anche sul Giappone incombono alcuni rischi: una cosa sono i prestiti di investitori privati, un’ altra quelli di uno Stato. Con i finanziatori privati l’Ucraina ha concordato di cancellare il 20% del suo debito ma i prestiti concessi a suo tempo dalla Russia sono governativi, e ad essi non si applica la cancellazione ,non possono essere dilazionati né ristrutturati come con i creditori privati, e se le autorità di Kiev decidessero come soluzione estrema di equiparare i debiti governativi con quelli privati, ci sarà un impatto estremamente negativo sulla capacità di attrarre danaro dai governi di altri Stati.

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I regimi possono cambiare ma i debiti restano, anche se quello dell’Ucraina non appartiene al suo popolo, dice Jeffrey Albert Tucker della Foundation for Economic Education ricorda che i regimi vanno e vengono ma il debito pubblico dura per sempre: “Il governo di Kiev ha ereditato questo vasto debito – spiega – ma non ha fatto nulla per migliorare la situazione, i colloqui stanno crollando, nessuno vuole un default ma non si può pagare. L’economia ucraina è in caduta libera e, a meno che non riceva continuo soccorso dal Fondo monetario internazionale non si vedono soluzioni poiché ai fini fiscali non vi è alcun valore ai fini fiscali che possa eventualmente coprire un debito così gigantesco”.

Eppure in qualche modo l’Ucraina sta ricevendo un trattamento migliore rispetto a quello riservato alla Grecia:
“E ‘interessante il fatto che, quando l’Ucraina ha cercato di negoziare questo debito, lo ha fatto a San Francisco con i creditori americani ed un capo negoziatore dell’Illinois…
nessuno vuole un default, ma a questo punto non vedo quale altra soluzione ci sia. E tra l’altro non credo che ci sarebbe la cosa peggiore per l’Ucraina ed i suoi cittadini – continua Tucker – in genere governi stranieri ed FMI spingono i Paesi a saccheggiare i loro cittadini per conto dei creditori internazionali, e questo è fondamentalmente ingiusto. L’austerità non ha mai funzionato, tranne forse per una tregua temporanea, in realtà aumenta l’instabilità politica significa riversare gli oneri del debito sulle spalle dei cittadini ed inoltre questo debito non appartiene al popolo ucraino. Si tratta di un accordo elaborato tra i governi e dei loro creditori. Io credo che stia a loro risolverlo”.

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Jack Rasmus, docente di economia politica in California ala St Mary University dottor Jack Rasmus , prevede che “il vero termine giungerà probabilmente a metà settembre, forse un po ‘prima, quando l’Ucraina dovrà effettuare un pagamento di 500 milioni di euro, quindi c’è ancora un po ‘di tempo e continueranno a negoziare. Quanto più si avvicinano a quella scadenza maggiore si fa la posta in gioco per entrambe le parti”.

”Se la moneta ucraina crollerà ulteriormente e questo significa che altri soldi dovranno essere aggiunti al piano di salvataggio ed oggi l’ Europa ha un’economia che molto fragile che ha ancora a che fare con la situazione del debito della Grecia. Guerre valutarie sono in eruzione in tutto il mondo ed il grande punto interrogativo è quanto a lungo l’Europa potrà sostenere il salvataggio dell’ Ucraina se le cose peggiorano.”
Qualuno già intravede un nuovo “rischio Argentina”: Buenos Aires nel 2000 aveva costruito i suoi piani di riforma basandosi sull’assistenza finanziaria internazionale. Quando il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale decisero di non continuare ad aiutare il Paese non erogando la successiva tranche, le conseguenze furono il default e l’incapacità di pagare i propri debiti. Anche il Giappone dunque oggi deve contare sul sostegno delle istituzioni finanziarie globali. Altrimenti, se resterà da solo a trattar e con il governo ucraino le sue possibilità di riprendersi il denaro prestato a Kiev saranno ridotte al minimo.

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Fonti : Agenzie

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