Nepal: scontri e tensione, irreperibili 3 italiani
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Nepal: scontri e tensione, irreperibili 3 italiani

La Farnesina: nessun contatto con 3 connazionali. Proteste in tutto il Nepal per la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione.

Nepal: scontri e tensione, irreperibili 3 italiani
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30 Aprile 2015 - 08.50


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La Farnesina ha reso noto che “al momento è sceso a tre il numero dei connazionali che l’Unità di Crisi sta ancora cercando di rintracciare” in Nepal. L’ultimo bilancio aggiornato sui nostri connazionali ancora irreperibili nel paese asiatico sconvolto dal terremoto quasi una settimana fa è diminuito.

Il presidente americano Barack Obama ha sentito telefonicamente il premier nepalese, esprimendo la sua vicinanza e quella di tutto il popolo americano e offrendo assistenza sul fronte dei soccorsi e della logistica


Proteste e polemiche: ritardo nei soccorsi.
200 persone hanno bloccato oggi il traffico a Kathmandu per protestare contro la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione. I dimostranti hanno accusato il governo di non fare abbastanza e di essere poco efficente: si sono verificati scontri con la polizia, ma non è stato eseguito alcun arresto. Inoltre, agenzie di stampa, hanno riportato che alcuni sfollati del distretto nepalese di Dolakha, disperati per non aver ricevuto alcun aiuto dopo il terremoto , hanno appiccato oggi il fuoco agli uffici distrettuali. Il responsabile del distretto, Prem Lal Lamichhane, ha confermato che il ministero degli Interni non ha ancora mandato nulla. Migliaia di persone hanno quindi preso d’assalto le stazioni degli autobus a Kathmandu per tornare nelle loro villaggi di origine. Anche nel ‘Bus Park’ di Gongabu in mattinata si sono verificati disordini per la ressa di passeggeri ed è dovuta intervenire la polizia.

Salvato neonato dalle macerie. E’ stato salvato in Nepal un neonato di quattro mesi rimasto da sabato intrappolato sotto le macerie provocate dal terribile terremoto. Oltre dieci team di soccorso stranieri, giunti a Kathmandu, stanno assistendo i militari nepalesi in una corsa contro il tempo per salvare i superstiti ancora intrappolati sotto gli edifici crollati. Diverse persone, oltre al neonato, sono state trovate ancora vive ieri.

Bilancio delle vittime. Si temono 10 mila vittime, lo ha detto il premier Sushil Koirala.
Times of India on line fornisce un bilancio aggiornato di 6000 morti. Il Centro nazionale per le operazioni di emergenza del Nepal ha anche aggiunto che i feriti sono 10.226, mentre la stima dei profughi interni è di 454.769 persone. Sono otto milioni le persone rimaste coinvolte nel devastante terremoto, afferma l’Onu. Anche se i soccorsi internazionali stanno iniziando ad arrivare, 1,4 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari, ma secondo gli esperti dell’Onu sfida maggiore potrebbe essere quella di raggiungerle.

Secondo alcuni dati precedenti, circa 1.500 delle vittime sono state segnalate nella capitale, Kathmandu. Altre cento persone sarebbero morte in India e Cina.

I morti italiani. Sono 4 le vittime e 5 gli italiani irrintracciabili in Nepal. La Farnesina è entrata in contatto con 5 italiani che risultavano non rintracciabili in Nepal. Lo rende noto il ministero degli esteri precisando che gli italiani ancora da rintracciare sono 5. In una nota, la Farnesina scrive: “la ricerca dei connazionali da parte dell’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri è proseguita senza sosta, consentendo in queste ultime ore di riprendere i contatti con 5 italiani che risultavano non rintracciabili. Al momento scende quindi a 5 Il numero degli italiani che la Farnesina sta ancora cercando di contattare”.

Bilancio valanga: sale a 19 il numero dei morti, 5 stranieri. Sale il bilancio della valanga sull’Everest nel giorno del sisma di sabato scorso: le vittime sono 19 di cui 5 stranieri e 14 sherpa nepalesi. Lo ha reso noto la ‘Mountaineering Association’ nepalese spiegando che 10 sherpa sono stati identificati mentre per quanto riguarda gli escursionisti esteri si tratta di due americani, un cinese, un australiano ed un giapponese.

Ong italiane, più di 5.300 morti e 8.000 feriti. A 4 giorni dal terremoto che ha colpito il Nepal il bilancio e’ sempre piu’ tragico: oltre 5.300 morti e 8.000 feriti; 8 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria. Lo rende noto Agire, network di ong italiane. Un cargo aereo contenente tende, ricoveri, coperte, potabilizzatori e serbatoi per l’acqua, messo a disposizione dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo Ministero degli Affari Esteri, e’ in arrivo in queste ore nella capitale nepalese Kathmandu, riferisce Intersos.

Gli aiuti, spiega il segretario generale di Intersos Marco Rotelli, permetteranno allo staff di Intersos presente sul posto di supportare la popolazione colpita dal terribile terremoto in collaborazione con le organizzazioni di Agire presenti nel paese prima del terremoto. Sono attualmente sette le organizzazioni di Agire attive in Nepal: Actionaid, Cesvi, Gvc, Intersos, Oxfam, Terre des Hommes, Sos Villaggi dei Bambini.

Il loro obiettivo ora è rispondere ai bisogni più immediati: acqua potabile, cibo, ripari per le famiglie senza tetto, interventi igienico-sanitari nelle aree dove l’impatto del terremoto è stato peggiore: a Sanothimi, Jorpati, Kavre, Bakhatapur, Latipur, Sindhupalchok, Kirtipur, Rasuwa, Kabhre, Dolakha, Sindhuli e in molte altre piccole località di Kathmandu e della Kathmandu Valley.

“Mancano ancora acqua potabile, elettricità, cibo. Cresce la paura di epidemie, a causa della pioggia e della scarsa igiene. Molti stanno abbandonando Kathmandu e tornando nei loro villaggi. Si teme che le scosse continuino, la gente è davvero molto preoccupata. Oltre l’80% degli abitanti di Kathmandu vivono ora all’aperto, per strada, sui campi da calcio, la situazione e’ veramente tremenda.

I negozi sono chiusi, e’ difficile trovare cibo; noi ci stiamo concentrando sui bambini e sulle loro famiglie, stiamo lavorando insieme alla polizia e all’esercito. La distribuzione di acqua e cibo e’ molto difficile, i bisognosi sono tanti e ora c’e’ il problema del freddo e del gelo. Temiamo disordini” racconta Shankar Pradhananga, direttore di Sos Villaggi dei Bambini in Nepal.

Servono 500.000 tende per senzatetto. Il Centro nazionale per le operazioni di emergenza nepalese (Neoc) ha reso noto oggi con un tweet che per far fronte al dramma dei senzatetto dovuti al terremoto di sabato “servono 500.000 tende” in tutto il Paese. Finora, ha sottolineato in un altro messaggio, “ne sono state distribuite solo 4.700.

Unicef, 1,7 mln bambini con urgente bisogno aiuto – Circa 1,7 milioni di bambini hanno urgente bisogno di aiuto nelle aree piu’ colpite dal terremoto in Nepal: lo ha reso noto l’Unicef, che ha lanciato un appello per la raccolta di 50,35 milioni di dollari per portare assistenza umanitaria ai bambini e alle loro famiglie, che devono affrontare il crescente rischio di diffusione delle malattie.

L’appello dell’Unicef e’ parte di un piu’ ampio appello inter- agenzie per i prossimi tre mesi. Il terremoto ha costretto decine di migliaia di persone a spostarsi in spazi all’aria aperta, in campi temporanei nella valle di Kathmandu e nel resto dei distretti maggiormente colpiti. Più dell’80% delle strutture sanitarie nei 5 distretti più colpiti sono state gravemente danneggiate e per questo le cure vengono effettuate all’esterno; 274 scuole su 323 nei 16 distretti colpiti sono state parzialmente o completamente danneggiate.

“Le vite di così tanti bambini sono state distrutte e adesso hanno un disperato bisogno di aiuti salvavita come acqua, rifugi e servizi igienico sanitari” ha dichiarato Tomoo Hozumi, rappresentante Unicef in Nepal. “Senza scorte d’acqua pulita, le malattie legate all’acqua restano un enorme pericolo per i bambini. Molte famiglie stanno lottando per proteggersi dal sole e dalle piogge”. L’Unicef sta lavorando con i suoi partner per consegnare aiuti umanitari, compresa acqua potabile e rifugi.

Kathmandu si è sollevata di un metro. Kathmandu si è sollevata di un metro per effetto del terremoto di magnitudo 7,8 del 25 aprile: è la prima misura ottenuta dallo spazio, in base ai dati del satellite europeo Sentinel 1A, elaborata dall’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR) di Napoli.

I dati del satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) hanno permesso ai ricercatori di ottenere una mappa degli spostamenti del suolo causati dal terremoto: ”quella che abbiamo ottenuto e’ una ‘frangia di interferenza’, ossia un insieme di misure confrontabili alle curve di livello che nelle normali mappe sono utilizzate per rappresentare l’altitudine”, ha spiegato il direttore dell’Irea-Cnr, Riccardo Lanari.

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