Il bilancio del naufragio di un motopeschereccio russo nel mare di Okhotsk, tra il Giappone e la Kamchatka è drammatico: al momento sono stati recuperati i cadaveri di 54 marinai e risultano ancora 15 dispersi. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo per ora 63 persone: tra di loro, una decina sono state ricoverate in grave condizioni, per ipotermia.
Le prime cifre dell’incidente sono state annunciate da un responsabile del centro di coordinamento dei soccorsi, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Secondo la stessa agenzia, l’imbarcazione Dalniy Vostok potrebbe essere stata colpita da un iceberg alla deriva, ma la nave, è stato specificato, «non ha inviato un segnale di soccorso»
Il Dalniy Vostok si è inabissato alle 6.30 del mattino (le 22.30 di mercoledì 1 aprile 2015 in Italia) al largo delle coste di Kamchatka, a 250 chilometri a sud di Magadan. Il centro di soccorsi locali ha subito fatto sapere che a bordo c’erano 78 cittadini russi, 40 di Myanmar e altri di Ucraina, Lituania e Vanuatu. I dispersi si sarebbero trovati nella stiva della nave al momento del naufragio. Il vascello era intestato ad una società russa, Maghellan, con sede nel porto di Nevesk, nella regione di Sakhalin. Dopo l’incidente è scattata una gigantesca operazione di soccorso, che ha coinvolto 1.397 uomini e 26 navi.