Il direttore di Novaja Gazeta: Nemtsov ritratto come nemico del popolo
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Il direttore di Novaja Gazeta: Nemtsov ritratto come nemico del popolo

Dimitrij Muratov, direttore del giornale di Anna Politovkaja, parla dell'omicidio del leader dell'opposizione: Mosca era piena di manifesti contro di lui

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8 Marzo 2015 - 16.29


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di Maria Magarik

“Alla vigilia dell’omicidio di Boris Nemtsov nel Paese veniva iniettato odio verso l’opposizione, verso quelli che hanno un punto di vista diverso da quello ufficiale. Ovunque, a Mosca, erano affissi manifesti che ritraevano Nemtsov con la scritta “Nemico del popolo”. Una delle stazioni della capitale è stata tappezzata con delle foto che oltraggiavano Boris… Durante le riunioni dei movimenti pro-Cremlino un fantoccio di cartapesta che rappresentava Nemtsov era stato trafitto con una picca… E questo clima di odio continua a essere fomentato dai mass-media”. Nelle ore dell’annuncio dei primi arresti e del blitz a Grozny ( eventi, come sempre, avvolti da mistero e sospetti ) per l’agguato all’ombra del Cremlino, sull’omicidio del leader dell’opposizione parla Dimitrij Muratov, direttore di “Novaja Gazeta”, il giornale di Anna Politovkaja. Lo fo, intervistato da Maria Magarik di Radio1 e GR RAI per il settimanale internazionale della domenica mattina, “VOCI DAL MONDO”.

E’ un atto d’accusa durissimo il suo, direttore….

“Ne sono consapevole. Gli oppositori in Russia non sono trattati come leggittimi protagonistri della vita democratica, ma come nemici del popolo. Ai deputati dell’opposizione e’stata tolta l’immunità .. e ora anche il diritto di esistere fisicamente….”

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Il presidente Putin ha dichiarato di voler porre fine agli omicidi politici in Russia. Cosa ne pensa?

“Come si fa, in un Paese dove uccidere un oppositore viene considerato un’atto di eroismo nei confronti della Patria? Ora che Nemtsov non c’e’ piu’, la tv ne parla costantemente, tentando di distruggere la sua immagine. Putin ha inviato un telegramma di condoglianze alla madre di Boris. Io invece penso che era necessario un gesto distensivo per disinnescare una situazione pesantissima. Ad esempio, credo che fosse necessario il rilascio della prigioniera ucraina Savchenko, detenuta in Russia, che da giorni sta facendo lo sciopero della fame. La donna rischia di morire. Ma questo non e’ avvenuto… Sono distrutto… Piango per Boris, che era un uomo generoso, pieno di vita, che lottava per la libertà di tutti. Questa mattina ho visto una foto di Nemtsov su un blog…Protestava contro il fermo di Eduard Limonov da parte della polizia. Poi sul blog di Limonov ho letto: “Non piangete per Boris Nemtsov. E’ solo il primo della lista…”

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E’ pessimista senza appello, direttore…

“Credo che in questo clima ci sia poco da sperare. In un paese dove eliminare un proprio concittadino per il colore della propria pelle, per diversità di opinioni sulle caricature di Charlie Hebdo e’considerato accettabile…questo odio traumatizza la società e la trasforma antropologicamente”.

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