Putin a Belgrado nel Paese in bilico
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Putin a Belgrado nel Paese in bilico

Oggi il presidente russo assiste alla sfilata militare di Belgrado e tutti guardano all'avvenimento come al possibile discrimine fra la scelta di Belgrado verso l'Unione o verso Mosca<br>

Putin a Belgrado nel Paese in bilico
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16 Ottobre 2014 - 08.52


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Questa mattina dopo settimane di tensioni e polemiche, oltre che di tentativi dell’ambasciatore americano di ostacolare la cosa, ilpresidente russo Vladimir Purin presenzierà a a Belgrado ad una parata anticipata di quattro giorni apposta per consentirgli di essere presente. Poche ore dopo il presidente sarà a Milano, dove a margine del vertice euro-asiatico inconterà Matteo Renzi, Angela Merkel, David Cameron e Petro Poroshenko per tentare di dare una svolta alla crisi ucraina ed in pessimi rapporti con l’Pccidente. Ma secondo molti analisti questa visita rappresenta un’opportunità anche per Belgrado, che si appresta ad assumere per un anno la presidenze dell’OSCE: “Questa città può diventare il luogo ideale per gli incontri fra Russia e Occidente su questioni come l’Ucraina, e non solo “
, dice il professore Miodrag Radojevic.

La Russia ha supportato Belgrado nel passato e si oppone ancora l’indipendenza del Kosovo, gli esperti dicono che adesso vuole convincere la Serbia alla sua adesione alla UE non sia in contrasto con gli interessi di Mosca. “L’obiettivo principale della visita di Putin é rafforzare i rapporti esistenti, ed in cima all’ordine del giorno sarà l’energia”, aggiunge Fyodor Lukyanov, direttore per la Russia di “Global Politics”.

La Serbia è uno dei paesi in cui deve passare il gasdotto “South Stream” , il cui scopo è quello di ridurre la dipendenza Mosca dall’ Ucraina come Paese di transito per il gas naturale, inoltre Russia e Serbia e cooperano militarmente attraverso la base intervento rapido di Nis per le catastrofi naturali, dove sono stati basati alcuni aerei russi. Mosca inoltre é pronta a supportare la vacillante economia serba. La visita coincice con il ritorno di una parata militare a Belgrado dopo quai trent’anni, e dunque potrebbe anche trasformarsi in simbolo di una nuova divisione tra Est e Ovest nello stile della Guerra Fredda
.

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Secondo l’agenzia “Reuters” , per Washington “non sarà piacevole vedere Putin e il suo alto comandante militare che assistono alla parata 4.500 soldati serbi, mentre la NATO dice che truppe russe stanno ancora combattendo nella parte orientale dell’Ucraina.” L’agenzia britannica rileva che la Serbia nel periodo dal 2007 al 2013 ha avuto volumi di esportazione più grandi con la la UE che verso la Russia, e che l’Unione ha direttamente investitoin Serbia nello stesso periodo 9,2 miliardi di euro rispetto ai 2 e mezzo di investimento russo .

“Il Maresciallo Tito mantenne un grande equilibrio tra Est e Ovest durante la Guerra Fredda, ma oggi non è così semplice una volta crollato il muro di Berlino”, insiste l’agenzia, ricordando che la Serbia nel processo di integrazione europea, dovrà armonizzare gradualmente la propria politica estera con le politiche della UE.

Anche l’agenzia “Associated Press” in un articolo intitolato “La Serbia si sta preparando all’eroica sflilata per Putin”, dedica una lunga analisi ai preparativi della parata militare. Belgrado, scrive, attende Putin con il tappeto rosso mentre la Serbia si trova nel mezzo della disputa fra Mosca e Occidente. “Lo Stato balcanico si trova di fronte a una scelta difficile: se continuare il percorso verso un’ adesione ufficiale alla UE, o se abbandonare questo obiettivo per rinsaldare legami solidi con il tradizionale alleato slavo, la Russia”, scrive AP.


“Ci aspettiamo che Putin effettuerà altre pressioni sulla Serbia perché inizi la costruzione del “South Stream” , continua l’agenzia americana, sostenendo che la Serbia avrebbe manifestato l’intenzione di conformarsi alle regole dell’Unione e di non dare inizio alla costruzione delle condotte (notizia che peraltro non risulta da nessun’altra fonte).
Anche se i funzionari serbi hanno detto di rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina, hanno però sostenuto l’annessione russa della Crimea e si sono rifiutati di imporre sanzioni alla Russia, per la ragione che sarebbe disastroso per l’economia del Paese.

“La Serbia spera di poter beneficiare delle misure che in Russia vietano merci occidentali,come di un qualcosa che aumenterebbe le sue esportazioni alimentari verso la Mosca”, dice AP, ricordando che l’Unione europea ha messo in guardia la Serbia ad astenersi dall’ “usare” la situazione, vietando un aumento delle esportazioni grazie alle sovvenzioni statali.
“Tra i russi e serbi, entrambi slavi ortodoss, si sono forti legami storici, ed i politici locali devono fare i conti con la diffusa popolarità di Putin per soddisfare gli elettori,” valuta AP.

L’agenzia cita il parere dell’ analista politica Jelena Milic, del Centro per gli studi euro-atlantici, che ritiene che la visita di Putin, anche se estremamente breve, “vuole mettere in crisi il programma di integrazione europea della Serbia. Questo é sempre stato obiettivo primario di Putin, lui giunge in un momento in cui non ci sono sanzioni commerciali congiunte nei settori dell’energia e della difesa, ed anzi la stessa Serbia in questi settori vuole firmare accordi bilaterali con la Russia,” dice.

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Putin, secondo la studiosa, con la sua visita spingerà il pubblico serbo a convincersi ulteriormente del fatto che il processo di integrazione europea non è così attraente, onde ottenere anche sostegno alla sua politica estera .
L’Unione europea si aspetta invece che la Serbia per confermi la sua posizione “pro-europeo”, durante la visita: a dirlo é il un portavoce del servizio diplomatico della UE . “La Serbia è un candidato che sta negoziando la propria adesione all’Union, e e ci aspettiamo che questa posizione venga confermata durante questa visita,” dice Maja Kocijancic.

Eppure a Belgrado la visione delle cose sembra diversa: “Quando abbiamo deciso di negoziare con l’Unione europea, non abbiamo parlato di sanzioni contro la Russia”, ha detto lo scorso fine settimana il presidente serbo Tomislav Nikolic, L’Unione vuole che il Paese candidato armonizzi la sua legislazione con quella dei paesi dell’UE, continua la signora Kocijancic: “La Serbia, come tutti i Paesi candidati e potenziali candidati, si è impegnata a far convergere e ad allineare le sua politica con quella di difesa e di sicurezza dell’Unione, comprese le misure restrittive. I progressi in questo settore vengono controllati regolarmente, comprese le relazioni sul processo di adesione”

Fonti: AFP, Reuters, Ap

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