Erdogan democratizza la Turchia: sì al velo negli uffici pubblici
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Erdogan democratizza la Turchia: sì al velo negli uffici pubblici

Il premier turco revoca il divieto: è solo una delle misure del pacchetto di democratizzazione. Tra i provvedimenti la possibilità di studiare curdo nelle scuole private.

Erdogan democratizza la Turchia: sì al velo negli uffici pubblici
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30 Settembre 2013 - 17.57


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Recep Tayyip Erdogan ha annunciato una revoca del divieto di indossare il velo islamico per le dipendenti pubbliche. La misura fa parte di un pacchetto di provvedimenti di “democratizzazione” presentati dal capo del governo di Ankara nel quadro del processo di pace avviato con i ribelli curdi del Pkk. Il bando del velo negli uffici pubblici era praticamente l’ultimo ancora in vigore in Turchia dopo che negli undici anni di governo islamico sono già stati abrogati i divieti del “turban”, imposti in nome della laicità dello Stato, nelle università, nelle cerimonie ufficiali, nelle scuole durante i corsi di religione, per le avvocatesse.

Il premier turco ha precisato che la revoca del divieto per le pubbliche dipendenti non si applica a militari e magistrati, che hanno già un loro specifico codice per l’abbigliamento. Tra i provvedimenti proposti, la possibilità di studiare in curdo nelle scuole private, il ripristino dei nomi curdi di località del Kurdistan turco, la revoca del bando delle lettere Q, X e W, usate dai curdi, nell’alfabeto turco e anche l’abbassamento della soglia elettorale dal 10% al 5%.

Il pacchetto di “democratizzazione” annunciato da Erdogan, nel quale il premier turco ha inserito anche la revoca del bando del velo islamico per le funzionarie, fortemente voluta dal suo elettorato, prevede anche la possibilità per i partiti di fare campagna in una lingua che on sia il turco, un’altra richiesta dei curdi.

Viene inoltre abolita nelle scuole elementari la dichiarazione di “fede turca” che i bambini fanno ogni mattina: «sono turco, giusto, e lavoro bene». Il pacchetto prevede anche qualche gesto verso le minoranze religiose, come la
restituzione delle terre sequestrate al monastero siriaco di Mor Gabriel, la fondazione di un istituto dei Rom, il cambiamento di nome della universita’ di Nevsehir, in Cappadocia, che sarà dedicata al pensatore alevita Haci Bektasi Veli.

Il quotidiano Cumhuriyet questa mattina ha anticipato che l’opposizione si attendeva un pacchetto di misure di ‘democratizzazione’ deludente. Il vicepresidente del principale partito di opposizione il Chp Umut Oran ha affermato che il governo ha trasformato il paese in uno “stato di polizia”. Secondo Cumhuriyet, il pacchetto di riforme annunciato oggi da il via alla campagna di Erdogan verso le presidenziali del 2014.

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