Annullato il processo sulla morte di Maradona
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Annullato il processo sulla morte di Maradona

Dichiarato nullo il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, a causa di uno scandalo che ha coinvolto la giudice Julieta Makintach, accusata di aver collaborato alla realizzazione di un documentario non autorizzato durante le udienze

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29 Maggio 2025 - 18.56


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Il Tribunale orale n°3 di San Isidro, nella provincia di Buenos Aires, ha dichiarato nullo il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, a causa di un grave scandalo che ha coinvolto la giudice Julieta Makintach, accusata di aver collaborato alla realizzazione di un documentario non autorizzato durante le udienze. La decisione, annunciata dal giudice Maximiliano Savarino, segna un punto di svolta in un procedimento che, iniziato l’11 marzo 2025, aveva l’obiettivo di chiarire le responsabilità nella morte del leggendario calciatore, avvenuta il 25 novembre 2020. La notizia, riportata da autorevoli testate argentine come Clarín e La Nación, ha suscitato indignazione e amarezza tra i familiari di Maradona e l’opinione pubblica, che da anni chiedono giustizia.

Lo scandalo della giudice Makintach

Al centro della controversia c’è Julieta Makintach, 47 anni, figlia di un noto magistrato argentino, accusata di aver permesso a una troupe televisiva di filmare in aula per realizzare un documentario, intitolato Giustizia divina, incentrato sul processo e sul suo ruolo. Secondo quanto riportato da Clarín, le perquisizioni ordinate dalla magistratura, a seguito di una denuncia presentata dagli avvocati delle figlie di Maradona, Dalma e Gianinna, hanno rivelato “prove irrefutabili” di un accordo tra la giudice e una casa di produzione, che avrebbe potuto fruttare “guadagni milionari”. Le immagini, girate anche con telecamere nascoste, mostrano Makintach coinvolta in riprese effettuate non solo in aula, ma anche nel suo ufficio e fuori dal tribunale, in violazione delle norme giudiziarie.

La vicenda è emersa il 15 maggio, quando gli avvocati del neurochirurgo Leopoldo Luque, uno degli imputati, hanno presentato una richiesta di ricusazione, inizialmente respinta. Tuttavia, la pressione è aumentata con le denunce di Fernando Burlando e Mario Baudry, legali di tre figli di Maradona, che hanno accusato la giudice di parzialità e di comportamenti inappropriati. La Nación riferisce che Makintach, inizialmente, ha negato le accuse, definendo le riprese “un’intervista” e non un documentario, nonostante l’esistenza di una sceneggiatura intitolata La giudice di Dio. Il 27 maggio, dopo una settimana di sospensione delle udienze, la giudice ha presentato le sue dimissioni, ma il danno al processo era ormai irreparabile.

Le reazioni e le conseguenze

L’annullamento del processo, comunicato ufficialmente il 29 maggio, come riportato da Clarín e confermato da un post su X del quotidiano, rappresenta un duro colpo per la famiglia Maradona. Fernando Burlando, avvocato di Dalma e Gianinna, ha definito la situazione “una violenza nei confronti della famiglia, che attende giustizia per Diego”. Mariano Baudry, legale del figlio minore Diego Fernando, ha parlato di “il più grande scandalo giudiziario nella storia della provincia di Buenos Aires”. Entrambi hanno chiesto che il processo venga riportato all’udienza di presentazione delle prove del 31 marzo, ma l’annullamento totale implica la necessità di formare un nuovo collegio giudicante e di trovare un’aula adeguata, con un possibile rinvio del procedimento fino al 2026.

Il pubblico ministero Patricio Ferrari ha criticato aspramente Makintach, definendola “un’attrice più che una giudice” e sottolineando come la sua condotta abbia compromesso la credibilità del processo. Anche gli altri due giudici, Maximiliano Savarino e Verónica Di Tommaso, hanno preso le distanze dalla collega, ma Burlando ha espresso sospetti sulla loro consapevolezza delle attività di Makintach, chiedendo un’indagine più ampia.

Il contesto del processo

Il procedimento, iniziato a oltre quattro anni dalla morte di Maradona per insufficienza cardiaca e edema polmonare, vede imputate sette persone – tra cui il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov – accusate di omicidio colposo, con pene potenziali da 8 a 25 anni. Secondo l’accusa, l’équipe medica avrebbe agito con “negligenza” e “sconsideratezza”, non garantendo le cure adeguate a un paziente complesso come Maradona, che si trovava in assistenza domiciliare dopo un intervento per un ematoma subdurale. Una foto mostrata in aula dal pubblico ministero, che ritrae Maradona sul letto di morte con il ventre gonfio, ha scosso l’opinione pubblica, rafforzando le accuse di abbandono.

Un caso che divide l’Argentina

Il processo, seguito con enorme attenzione in Argentina e nel mondo, non è stato privo di tensioni. Incidenti fuori dal tribunale, come l’aggressione a Luque da parte di alcuni tifosi, e la presenza di striscioni con scritte come “Giustizia per Diego” testimoniano l’importanza del caso per un Paese che considera Maradona un’icona. Tuttavia, lo scandalo del documentario ha spostato l’attenzione dalle responsabilità mediche alla credibilità del sistema giudiziario. La Nación sottolinea come la vicenda abbia alimentato il dibattito sul comportamento dei magistrati, con particolare critica al profilo pubblico di Makintach, nota per le sue foto “suggestive” sui social media, ritenute inappropriate per un giudice di un distretto conservatore come San Isidro.

Che succede adesso?

L’annullamento del processo lascia aperte molte incognite. Secondo Clarín, la formazione di un nuovo collegio giudicante potrebbe richiedere mesi, con tempi ulteriormente dilatati dalla complessità del caso, che prevede 120 testimoni e quattro perizie mediche. L’ipotesi di un accordo probatorio tra le parti, suggerita dall’avvocato Vadim Mischanchuk, potrebbe preservare alcune testimonianze già rese, ma la maggior parte dei legali insiste per un nuovo inizio. Nel frattempo, la famiglia Maradona continua a chiedere verità e giustizia, in un’Argentina che non smette di interrogarsi sulla perdita del suo più grande eroe sportivo.

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