Doha, il ginnasta russo Kuliak si presenta sul podio con la 'zeta' simbolo dei carri armati di Putin: è polemica
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Doha, il ginnasta russo Kuliak si presenta sul podio con la 'zeta' simbolo dei carri armati di Putin: è polemica

E' successo in una gara di coppa del mondo alle parallele. Sul podio Kuliak era vicino al vincitore ucraino Kovtun. La Federginnastica: "Kuliak è stato deferito alla giustizia sportiva mondiale"

Doha, il ginnasta russo Kuliak si presenta sul podio con la 'zeta' simbolo dei carri armati di Putin: è polemica
Ivan Kuliak
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7 Marzo 2022 - 12.10


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Forte polemica nel mondo dello sport, con l’indignazione che si è scatenata sui social. L’atleta russo Ivan Kuliak ha avuto l’idea di sfoggiare a Doha la maglietta con la ‘zeta’, simbolo utilizzato dai carri armati russi nell’invasione in Ucraina. Il ginnasta Kuliak era sul podio della prova alle parallele, in una gara di Coppa del mondo, a fianco dell’ucraino Illia Kovtun, vincitore della gara.

Il suo gesto potrebbe essere considerato una violazione del Codice di condotta della Fig, sollecitata a intervenire in proposito. Da oggi, in ogni caso, gli atleti russi e bielorussi, inclusi i giudici, non potranno più partecipare alle gare internazionali a seguito del bando imposto ieri dalla federazione come ” misure volte a preservare l’integrità della ginnastica, la sicurezza di tutti gli atleti e di combattere ogni forma di violenza e di ingiustizia sportiva”.

“Un gesto completamente fuori luogo, e brutto caso nel mondo della ginnastica. Bravo il ginnasta ucraino che non ha reagito alla provocazione”. Lo dice il presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi, commentando la maglietta sfoggiata sul podio della Coppa del Mondo di ginnastica a Doha dal russo Ivan Kuliak, con una “Z” sul petto a sostegno della guerra di Putin all’Ucraina. Il vincitore era appunto l’ucraino Illia Kovtun. “Ho chiamato subito il presidente della Federginnastica mondiale Watanabe, loro avevano già preso nota di tutto e ovviamente lo hanno deferito alla giustizia sportiva mondiale. Un gesto inqualificabile e inammissibile. Lo sport finora sta facendo al sa parte in questa tragedia, diversi non apprezzano queste prese di posizione ma io non sono d’accordo: oggi la nostra parola deve essere a difesa di un popolo aggredito”.

Non solo parole ma “anche fatti: a breve ospiteremo 20-30 atleti ucraini nella zona di Padova, e stiamo contattando la federazione ucraina per sapere se hanno bisogno di opitalità al Centro di preparazione olimpica Giulio Onesti di Roma. Tutto lo sport si sta muovendo all’unisono, noi vediamo di fare il massimo sperando che questa brutta storia finisca presto”.

La Z dei carri armati russi sulla maglietta del ginnasta russo Ivan Kuliak, sfoggiata ieri ai mondiali di Doha accanto al vincitore delle parallele ucraino, Illia Kovtun, è “ovviamente un gesto a dir poco deplorevole, da condannare. Ci saranno sanzioni, giustamente”. È il commento di Juri Chechi. “Posso assicurare che il sentimento mostrato dal ginnasta non sia comune: ho molti amici veri ucraini e russi, gente con cui mi sono allenato, e posso assicurare che stanno soffrono molto per questa guerra. E in Russia non ne possono neanche parlare, perché vai in galera per 15 anni. Un mio caro amico, che conosce bene Putin, mi ha sempre colpito: se parla di Putin prima si guarda intorno per vedere se qualcuno può sentirlo. In questo frangente comunque lo sport sta reagendo unito e dalla parte della ragione”.

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