Le limitazioni alle pubblicità per le slot online con soldi veri
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Le limitazioni alle pubblicità per le slot online con soldi veri

Negli ultimi dieci anni tanti sono stati, e sono, i divieti alle pubblicità per il settore gioco. Può, quindi, una slot con soldi veri fare spot online? No.

Le limitazioni alle pubblicità per le slot online con soldi veri
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5 Settembre 2022 - 23.38


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Dibattito politico e parlamentare in subbuglio per le limitazioni agli spot pubblicitari sul gioco d’azzardo. Può, quindi, una slot con soldi veri fare uno sport sul web? Sicuramente no.

Quando si parla di gioco d’azzardo la materia è complessa e ricca di regolamentazioni differenti. A volte si parla solo di severità (giusta), a volte di restrizioni anche poco comprensibili. Nello specifico parliamo di normative che servono a frenare, almeno nella mente dei giuristi, la crescita dell’industria gioco con costrizioni come la mancata sponsorizzazione libera dell’azzardo a livello europeo. In pratica, per esempio, le migliori slot online soldi veri hanno milioni di utenti nel nostro Paese. Selezionato le top slot a soldi veri, l’utente si trova, molto spesso, catapultato in centinaia di giochi differenti con palinsesti ancora più ampi grazie ai grandi sforzi grafici e tecnologici delle piattaforme online. Possono queste piattaforme farsi pubblicità liberamente? No. E perché?

Quali sono le misure adottate dalla Commissione Europea?

Per quanto riguarda i casinò la Commissione europea, per tutelare quelli che sono i diritti dei consumatori, ha adottato una Raccomandazione (luglio 2014) che riguarda proprio il gioco d’azzardo online. La CE ha stabilito, infatti, una serie di normative per proteggere quella che è la salute dei consumatori e, soprattutto, dei minori. La pubblicità è vietata perché può banalizzare il gioco aumentandone l’attrattiva attraverso messaggi accattivanti.  Tra i divieti abbiamo l’uso di messaggi che negano che il gioco sia rischioso, che presentano il gioco come risolutivo per i problemi finanziari, che prospettano che un giocatore competente abbia un metodo per vincere sistematicamente, ecc. Diciamo che, negli ultimi 10 anni, anche l’Europa ha cercato, in maniera intelligente, di mettere una base per una regolamentazione efficace nel settore gioco. Ogni paese ha, comunque, le sue regole e queste sono valide sul territorio. Vediamo, infatti, come si è pensato di agire in Italia dal 2012 in poi. 

Cosa dice la legislazione italiana?

Il primo intervento, con tanto di sanzioni, in materia da parte della legislazione italiana è il decreto legge n.158 del 2012. Questo decreto ha introdotto il divieto di pubblicità, nelle trasmissioni radiofoniche e televisive (anche teatrali e cinematografiche), di giochi con vincite di denaro. Sono proibiti anche i messaggi pubblicitari (su pubblicazioni, riviste, giornali, via internet, cinema, teatro, tv e radio, ecc.) che esaltano la pratica del gioco o che non avvertono del rischio di dipendenza patologica. La pubblicità legale deve, infatti, riportare la percentuale di probabilità di vincita per ogni singolo gioco.

Quali sono le sanzioni?

Per i trasgressori abbiamo diversi tipi di sanzioni: per il proprietario del mezzo di comunicazione e per il committente del messaggio pubblicitario c’è una sanzione amministrativa che va da 100mila a 500mila euro. Ma non solo. C’è, infatti, una sanzione di 50mila euro, se non sono riportati gli avvertimenti sul rischio di dipendenza, sulle probabilità di vincita e sulla pratica di giochi con vincite in denaro: 

  • su schedine e tagliandi dei giochi
  • su apparecchi di gioco AWP (cioè quelli che si attivano con monete o strumenti di pagamento elettronico)
  • nelle sale VLT (con videoterminali)
  • nelle agenzie di scommesse su eventi sportivi e non
  • nelle piattaforme internet destinate a giochi con vincite di denaro

Ulteriori limitazioni o esclusioni nel 2016

Con la legge di stabilità del 2016 ci sono state altre limitazioni e variazioni. Si vieta, infatti, la pubblicità di slot con soldi veri e affini, nelle trasmissioni televisive e radiofoniche cosiddette “generaliste”, cioè quei canali che occupano le prime 9 posizioni del telecomando, dalle ore 7 alle ore 22 (orario destinato anche a un pubblico di minori). Sono esclusi, però, dal divieto i media specializzati: Sky e Mediaset Premium, le tv locali, le radio e i canali tematici sulle piattaforme a pagamento. Ci sono delle zone di libertà anche nelle lotterie nazionali e nelle sponsorizzazioni che riguardano sanità, istruzione, sport, assistenza e cultura.  

Con il decreto Dignità del 2018 viene introdotto il divieto assoluto

Con il decreto legge n.87 del 2018 viene, infine, introdotto un divieto assoluto per la pubblicità di scommesse e giochi, comprese le forme di pubblicità o sponsorizzazioni indirette. L’articolo 9 vieta ogni forma di pubblicità, diretta e indiretta, indipendentemente dal mezzo utilizzato comprese le manifestazioni artistiche, culturali e sportive. 

Questo tipo di chiusura, netta e definitiva, ha portato con sé grandi polemiche che durano ancora adesso, a distanza di 4 anni. Tanti sono i parlamentari contro questo tipo di restrizione così invasiva, visto che, negli ultimi anni, la crescita del gioco d’azzardo in Italia è stata esponenziale, anche senza nessun tipo di sponsorizzazione autorizzata. Questo cosa ci insegna? Nessuna restrizione può frenare una passione, in special modo quella per il gioco. Quello che serve non è escludere ma educare. Se si insegna a giocare in maniera responsabile, con corsi e informazioni validi, allora tutto sarà più semplice e improntato al mero divertimento, che è lo scopo principale per tutti. 

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