Erario, il settore giochi vale 11 miliardi di euro 
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Erario, il settore giochi vale 11 miliardi di euro 

Il peso del gambling pubblico e legale cresce di 33 punti percentuali rispetto al 2021 e arriva alla quota record di 11 miliardi di euro.

Erario, il settore giochi vale 11 miliardi di euro 
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29 Febbraio 2024 - 01.15


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Il peso del gambling pubblico e legale cresce di 33 punti percentuali rispetto al 2021 e arriva alla quota record di 11 miliardi di euro. Ecco l’analisi del presente e soprattutto la previsione del futuro, quando diventerà operativa la nuova riforma del settore. 

11 miliardi e 220 milioni di euro, a tanto ammonta il gettito erariale garantito dal gioco pubblico e legale alle casse dello Stato. Un peso sempre maggiore, cresciuto di ben 33 punti percentuali rispetto al 2021 e che è destinato a crescere ulteriormente. 

È questo il dato che si legge all’interno del report dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, il Libro Blu 2022, che spiega come il trend positivo avviato nel post pandemia si sia confermato, aumentando in tutte le voci: +22% la raccolta, +20,91% le vincite, +31% la spesa e +33% l’erario. Dati che non possono che far bene all’economia italiana ma che presto potrebbero cambiare. 

Il ruolo del gambling per l’Erario

Per capire meglio il ruolo svolto da questo settore abbiamo chiesto un parere al team di Italcasino: “L’erario italiano può vantare un gettito totale che sfiora gli 80 miliardi di euro. Se le fette più cospicue sono quelle relative alle dogane, 34%, e ai prodotti energetici, 24%, subito dopo i tabacchi, che valgono 14 miliardi e 610 milioni, troviamo proprio i giochi, con il 14% del totale”. Meglio del gettito che arriva dai prodotti alcolici e dall’energia elettrica, così come per quello relativo al gas naturale. 

“Entrando poi nel dettaglio possiamo notare che il 54% del gettito garantito dal gambling arriva dagli apparecchi da intrattenimento – continuano da Italcasino – mentre il 31% è riferibile ai giochi numerici e alle lotterie, il 6% alle scommesse e il restante 7% viene spartito con gli altri giochi”. 

Il futuro del gambling dopo la riforma 

Se questa è la situazione attuale, c’è grande incertezza su quello che sarà il futuro. Da un lato, infatti, gli esperti sono pronti a scommettere su una crescita ancora più forte, dall’altro bisognerà fare i conti con le modifiche che verranno introdotte dal riordino del settore, in questi giorni sul tavolo delle commissioni parlamentari. “La novità più grande – spiegano da Italcasino – è quella relativa ai nuovi costi di concessione, fissati dal Governo a 7 milioni di euro. Una mossa che potrebbe valere 350 milioni di euro per l’Erario, di cui circa 200 milioni per il 2024 e altri 150 per il primo semestre del 2025”. 

Una misura, approvata dalla Conferenza Unificata, che non ha ricevuto un’accoglienza calorosa da tutto il panorama del gambling, dal momento che molti esperti e diverse associazioni di categorie denunciano un rischio di impoverimento del mercato, con una riduzione dei casinò online con regolare licenza e un rischio molto forte sia per quanto riguarda gli introiti dell’Erario sia per quanto riguarda l’occupazione. Bisognerà attendere, insomma, per sapere se queste misure diventeranno effettive. Intanto i dati di oggi parlano chiaro: quello del gambling è un settore di cui le casse dello stato non possono proprio fare a meno. 

Per capire meglio il ruolo svolto da questo settore abbiamo chiesto un parere al team di Italcasino: “L’erario italiano può vantare un gettito totale che sfiora gli 80 miliardi di euro. Se le fette più cospicue sono quelle relative alle dogane, 34%, e ai prodotti energetici, 24%, subito dopo i tabacchi, che valgono 14 miliardi e 610 milioni, troviamo proprio i giochi, con il 14% del totale”. Meglio del gettito che arriva dai prodotti alcolici e dall’energia elettrica, così come per quello relativo al gas naturale. 

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