Una dieta diversificata aiuta a vivere di più: ecco cosa dice lo studio
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Una dieta diversificata aiuta a vivere di più: ecco cosa dice lo studio

Secondo i ricercatori, la diversità nell’alimentazione è un valore da preservare perché ha il potenziale intrinseco di ridurre la mortalità e migliorare la resilienza del sistema Terra

Dieta diversificata
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28 Ottobre 2021 - 09.55


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Uno studio multidisciplinare pubblicato su Plos Medicine chiamato Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) ha mostrato che la biodiversità alimentare aiuta a vivere di più. 
Secondo i ricercatori, la diversità nell’alimentazione è un valore da preservare perché ha il potenziale intrinseco di ridurre la mortalità e migliorare la resilienza del sistema Terra. Lo studio Epic ha esaminato le associazioni tra ricchezza di specie alimentari e successiva mortalità tra 451.390 adulti sani arruolati dal 1992 al 2014, (follow-up mediano: 17 anni) senza cancro, diabete, infarto o ictus al basale. Le abitudini alimentari dei volontari sono state valutate con questionari dietetici (Dq) specifici per Paese.
La ricchezza dietetica (Dsr) annuale di un individuo è stata calcolata in base al numero assoluto di specie biologiche uniche in ciascun alimento e bevanda. Le associazioni sono state valutate adattando modelli di regressione dei rischi proporzionali di Cox aggiustati per più variabili. 
Nella coorte Epic, due colture (grano tenero e patata) e due specie animali (mucca e maiale) rappresentavano circa il 45% dell’apporto energetico alimentare totale. In questa ampia coorte paneuropea, un Dsr più elevato era inversamente associato alla mortalità totale e specifica per causa, indipendentemente da fattori sociodemografici, stile di vita e altri fattori noti di rischio dietetici. Sono state osservate anche associazioni inverse significative tra DSR e decessi dovuti a cancro, malattie cardiache, malattie dell’apparato digerente e malattie respiratorie. Un’importante limitazione dello studio è che i risultati si basavano su una coorte osservativa che utilizzava dati dietetici auto-riportati ottenuti attraverso questionari sulla frequenza alimentare di base (Ffq); pertanto, non è possibile escludere una classificazione errata dell’esposizione. I risultati supportano il potenziale della biodiversità alimentare (specie) come principio guida delle raccomandazioni dietetiche sostenibili e delle linee guida dietetiche.

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