Claudio Cricelli: "Autobus e treni pendolari restano luoghi in cui si rischia il Covid"
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Claudio Cricelli: "Autobus e treni pendolari restano luoghi in cui si rischia il Covid"

Parla il Presidente della Società italiana di Medicina Generale: "Il virus cammina sulla bocca e sulla respirazione delle persone. Le misure prese fino all'Epifania daranno una mano nel far scendere la curva"

Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di Medicina Generale
Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di Medicina Generale
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23 Dicembre 2020 - 17.04


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di Antonello Sette

Cricelli, quale è la situazione attuale della pandemia? Che cosa ci dicono i numeri?

In questo momento, assistiamo – osserva il Presidente della Società italiana di Medicina Generale rispondendo all’Agenzia SprayNews – a una discesa molto lenta del numero delle persona contagiate. La spiegazione è, purtroppo, molto semplice. Continua a esserci una enorme circolazione delle persone e non riusciamo a neppure a tracciare quelle contagiate, perché, oltre i cinquemila contagi al giorno, non è possibile. Il calo dei contagi continuerà a essere molto lento anche nei prossimi giorni. Poi, con questa sorta di lockdown, che si protrarrà fino all’Epifania, contiamo di poter registrare una caduta significativa.

La gente è disorientata. Molti non sanno ancora con esattezza dove sia più pericoloso andare. Dove si annida il massimo rischio?

Noi abbiano un’ottima conoscenza di come si trasmette il virus. Intere città sono state minuziosamente studiate. La prima è stata Somerville, nel Massachusetts. Il virus cammina sulla bocca e sulla respirazione delle persone. Sappiamo quanto incida stare in un ambiente chiuso, a una determinata distanza e con determinate condizioni di sicurezza. Sappiamo che la circolazione all’aperto dell’aria abbatte di molto quella del virus. Per esempio, se si sta in un’aula scolastica e si tengono aperte le finestre spesso e a lungo, il tasso di contagiosità può scendere in un arco compreso fra il quaranta e il sessanta per cento. Gli ambienti chiusi sono indubbiamente un fattore favorente, ma contano tantissimo le misure di protezione che si indossano e il tempo che si trascorre a contatto con qualcun altro. Per questo motivo i supermercati sono considerati luoghi sicuri, perché vengono garantite le tre precauzioni: mascherine, contatti non ravvicinati e mai per lungo tempo. 

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I mezzi di trasporto sono, quindi, un disastro?

Bisogna distinguere. I treni e gli aerei hanno modificato il sistema di circolazione interna dell’aria. Gli aerei dovrebbero rispettare procedure di sterilizzazione e di igienizzazione molto sofisticate, compatibili naturalmente con i sistemi di pressurizzazione. Gli aerei “trattati” non sono assolutamente pericolosi.

Negli autobus urbani o nei treni dei pendolari, tutto questo, come sa meglio di me, non accade…

Negli autobus affollati si verificano, contemporaneamente, tutte le condizioni che determinano il rischio: ambiente chiuso, nessun sistema di aerazione efficace, persone a diretto contatto le une con le altre, e molto spesso per un tempo prolungato, oltre quel limite fatidico dei dieci, quindici minuti. Un limite temporale per i contatti con le persone, che nessuno dovrebbe mai oltrepassare con nessun altro e per nessuna ragione. 

Il vaccino è arrivato. Qualche sanitario è già stato vaccinato. E’ tutto sono controllo? Si sa chi vaccina, chi sarà vaccinato, da chi si comincia e in quale ordine si procederà?

Il piano vaccinale è stato diffuso da tre settimane. Io lo conosco a memoria. 

La ascolto, ci chiarisca, una volta per tutte, tappe e metodi…

Tutti vogliono certezze, certezze di che cosa, di un vaccino che non è stato ancora approvato? Abbiamo opzionato ad aprile quattrocento milioni di dosi di vaccino. Quando ce li consegneranno? Quanti incidenti di percorso ne ritarderanno l’arrivo? Nessuno può al momento saperlo. Vaccini, che dovevano essere già arrivato, per un incidente di percorso, arriveranno, probabilmente, solo alla fine di gennaio. Probabilmente, non sicuramente. Quindi è tuttora impossibile stabilire date certe per le vaccinazioni. Nessuno può dire a nessuno e nessuno ò pretendere che lo dica, in quale giorno ciascuno di noi sarà vaccinato. Siamo parlando di cose, che nessuno aveva scoperto prima. E’ la prima volta nella storia dell’umanità, da Adamo ed Eva, che viene prodotto e, di seguito, somministrato un numero così elevato di dosi. Abbiamo fatto una sperimentazione rapida, ma rigorosa, su un numero limitato di persone.  Se mi dicono che, per sperimentare l’affidabilità della mia automobile, sono occorsi tre anni, io non batto ciglio, anzi sono contento. E noi pretendiamo certezze su qualcosa che dovrà essere prodotto in sette miliardi di dosi, dopo soli otto mesi di sperimentazione. Quando lo consegnano? Se fa male o se fa bene? Nessuno lo ha mai studiato. 

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L’ordine e le procedure di esecuzione sono, almeno quelle, già prestabilite?

Il piano vaccinale è pronto. Le vaccinazioni verranno distinte ed eseguite in tre fasi successive. Nella prima, quella dell’emergenza, che comincia il 27 dicembre, saranno vaccinati, a cura delle Asl e degli ospedali, gli operatori sanitari e di pubblica utilità, le persone ospiti delle Rsa. Non è mica facile, sa, entrare in una Rsa. Ci vogliono operatori superprotetti, con le protezioni controllate, una per una. Poi, sarà la volta delle persone disabili. Nella fase due, entreranno in azione i centri vaccinali, quelli contrassegnati con un fiore, che ha annunciato Domenico Arcuri. Verranno vaccinati i comuni cittadini, secondo l’ordine decrescente dell’età, valutando, naturalmente, anche le condizioni di salute di ciascuno. Infine arriverà la fase tre, quella della vaccinazione di massa che comprenderà tutte i cittadini al di sotto dei sessanta anni e sopra i sedici. Perché, al momento, non è prevista alcuna vaccinazione da zero a sedici anni. Ci saranno in questa fase, saremo probabilmente alla fine di maggio, settanta milioni di dosi a disposizione. E sarà questo il momento, in cui entreranno a zione i medici di base.

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Il vaccino sarà risolutivo? Il Covid sarà debellato, una volta per sempre?

I vaccini risolvono sempre risolutivi. Per quanto tempo, però, non lo sappiamo. La sperimentazione è durata solo otto mesi. Dopo, necessariamente, non è andata. Quello che accadrà dopo, non lo possiamo sapere. Quello che accadrà al nono, al decimo e nei mesi successivi, non lo sappiamo, non lo possiamo sapere. Solo fra qualche mese, quando avremo sperimentato il vaccino su miliardi di persone, ne sapremo di più. La medicina conosce solo le cose che ha studiato. Le altre le può solo immaginare.

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